AGNETTI - Nuova cucina delle specialità regionali - 1909 cop
179 no nel lo strutto. Si fanno asciugare dal l 'unto, e vi si dà poi come una breve cottura nel miele, così che tolte da l la casseruola e poste sul mar– mo a grappol i, i l miele si assoda. La pignolata ha un profumo delizioso perchè si fa col miele sici l iano, che è i l migl iore che si conosca e che si trova di due qualità, anzi me– gl io, si raccoglie in due diverse regioni : quel lo dei Monti Iblei, che le api fanno col nettare del la flora selvaggia ed è i l famoso miele can– tato da V i r g i l i o; e quel l 'altro dei g i a rd i ni — cioè degli agrumeti —- de l la Conca d'Oro, che le api fanno col nettare de l la zagara (fior d'a– rancio e di limone). Di questa pignolata come degli al tri dol ci s ici l iani, non pretendiamo che di dare un' idea, perchè i dolci di S i c i l ia (e sono innumerevoli, tanto che ve n'è uno speciale per ogni festa de l– l 'anno) sono di difficilissima esecuzione. Così la Piet?apendola che è un composto di scorza di cedro e d'arancio tritato e di miele, che d i– venta così duro da doversi rompere, battendo sul coltel lo con un martello. Si fa a pezzi c i– l i ndr i ci del diametro di due centimetri. In bocca si scioglie, ma per masticarla coi denti occor– rono dei denti veramente s ici l iani.
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