ARTUSI - Scienza in cucina - 1891 copia
246 gnac o rhum quanto basta a coprirli ; quando questo bolle accendetelo e lasciatelo bruciare fuori del fuoco finche i l liquore sia consumato: poi levate questa roba e mettetela ad asciugare fra le pieghe di un tovagliuolo. Fatta tale operazione lavorate ben bene con un mestolo per mezz'ora lo zucchero e i rossi d'uovo ove avrete posta la raschiatura di limone. Montate sode le chiare colla frusta, e versatele nel composto ; indi aggiungete le due farine facendole cadere da un vagliettino e in pari tempo mescolate adagio adagio perchè si amal- ghimi il tutto, senza tormentarlo troppo. Aggiungete per ultimo l ' uv a, il candito e le due cucchiaiate di rhum menzionate in principio e versate il miscuglio in uno stampo liscio o in una cazzaruola che dieno al dolce una forma alta e rotonda. Lo stampo ungetelo col burro e spolverizzatelo di zucchero a velo o di fa– rina, avvertendo di metterlo subito in forno onde e v i– tare che l'uva e i l candito precipitino al fondo. Se que– sto avviene, un'altra volta lasciate indietro una chiara. 348. - Pasta Mavglierita Avendo un giorno, i l mio povero amico Antonio Mattei di Prato (del quale avrò occasione di riparlare), mangiata in casa mia questa pasta ne volle la ricetta, e subito, da quell'uomo industrioso ch ' eg li era, por– tandola a un grado maggiore di perfezione e riducen– dola finissima, la mise in vendita nella sua bottega. Mi raccontava poi essere stato tale l'incontro di questo dolce che quasi non si faceva pranzo per quelle campa– gne che non g li fosse ordinato. Così la gente volente– rosa di aprirsi una v ia nel mondo coglie a volo qualun– que occasione per tentar la fortuna la quale benché dispensi talvolta i suoi favori a capriccio non si mo– stra però mai amica agi' infingardi e ai poltroni.
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