BALDINI - DE' SORBETTI - 1784 copia

Parr. I. Cap. 1. 7 genza però , che il vafe non toccafìe r acqua , perfuafi , che quello femplicemen- re calato fenza toccar Ï acqua, fi rinfre- fcaffe maggiormente (1) . §. IV. Ma dappoiché la morbidezza principiò a fignòreggiare non {blamente ne' palazzi , ma nelle umili cafe altresì, niuno volle effer contento della frefchez- za de' pozzi y perciò quafi tutte le Na– zioni incominciarono a delìderare il fred– da della neve ; onde taluni fatti più in- duflrioû* , ritrovarono de' modi , come perT eftremo caldo dell' eftate confervar potefsero la neve ; ed alcuni ancora di quella non contenti procurarono avere in ogni tempo de' ghiacci, perfuafi , che quelli rafFreddafsero molto meglio i flui– di , che la neve (2) . Tutti gli Storici convengono , che Alefsandro il grande fofse (lato il primo a far coftruire le fof- A 4 fé come fi ritrae per 1' autorità di molti Poeti Greci riferiti da Ateneo nel libro terzo delle Aie cene. (1] Plutarco intraprende ad ' inveltigarpe h ra– gione; e per mio avvifò non la ritrova. (2) Heu,prodigio ventris! aqu<e quoquefeparantur, & ipfa natura elementa vi pecunia di/creta funt . Hi nives , UH glaciem potanp > panafaut montium , in ' vo-> luptatem gulag vertunt Jfliii.fiij t. natur % LiBÌ XIV. Caj>. XXII.

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