BRUNONE - Arte di dar da pranzo - 1829 copia

dolce, legami colti e crudi, come si può ve­ derne u n •esempio in quella satira di Petro­ nio Arbitro, nella quale egli descrive il lusso di cui TrimaLcione facea pompa nella sua mensa. Y’erano perfin sette serviti (i), e Verso la fine si recavano le frutta, le con­ fetture, le pqste di diverse sorti, ed ampie tazze, per bere largamente i vini più squi­ siti, e in diverse foggie aromatizzati. Lucullo, soprannominato il Serse togato, fece un giorno incontanènte apprestare a Pompeo ed a Cicerone, un pranzo del va­ lore di un numero di sesterzi equivalenti alla somma di quarantamila franchi. Tra ghiotti più celebri s’ annoverano Ortensio, Fabio, a cui si dava il soprannome di Gui-ges, che significa .insaziabile, Colta Messalino^ Esopo il tragico, ed Apicio, che dopo avere speso in alcuni pranzi una somma di denaro equivalente a p iù di dodici milioni di fran­ chi, temè di morir di fame, perchè non gli era rimasto per le spese della cucina se non che una somma che ascendeva presso a poco a due milioni di lire toscane. Ma tutto que- (1) Servito significa cambiamento di vivande in un pranzo. (Voi. del f 'altfariizatui'e). DI DAR. DA PRANZO 1f

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