BRUNONE - Arte di dar da pranzo - 1829 copia

che cosa allorquando questi fossero vuoti; senza però farne loro viva istanza, perchè ciò sarebbe un importunarli. xrr. Egli è obbligato a mostrarsi a’ suoi commensali affabile e contento, e far sempre loro il viso ridente. In quella guisa che il pepe, il sale, la se­ napa, la mostarda sono a disposizione d’ogni convitato, e girano da un capo all’altro della tavola come pubblica proprietà, e come in ­ gredienti comuni a tutte le vivande, cosi ap­ punto il brio, la gaietà, le attenzioni, le pre­ mure, le previdenze d’un convitatore, sono altrettante cose piacevoli e bramate, di cui ciascuno deve avere la sua parte durante tutto il pranzo. X1TI. Se durante il desinare nasce qualche leggera contesa, si canterà. Se i canti non cal­ mano l’effervescenza de’commehsali, si beverà; se si persiste a contendere malgrado Bacco ed Apollo, Ogriupo cioncherà, riderà e soffo­ cherà con clamorosi segni di gioia fin l’ap­ parenza del cattivo umore. Il convitatore il primo ne dovrà dar l’esempio in tal delicata circostanza. _ XIV. La questione se si debba cantare o no a tavola, è stata spesso trattata da con- DI DAR DA PRANZO 23

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