BRUNONE - Arte di dar da pranzo - 1829 copia

rara. Per quelli, clic hanno potuto.pervenire a si Fatta altezza, ha servito di pietra di pa­ ragone al merito sconosciuto, ni favori della fortiina;étalvoltacolìirch’ha primeggiato nella diplomazìa, nell’ assemblee parlamentarie, è for^-i debitore di tutta la sua riputazione, di tutta da sua energia, di tu ttala sua facondia, di tutto il suo sapere, a’iauti e brillanti con­ viti ch’ei seppe fare a proposito. Ma la teorìa di questa scienza non s’ ap­ prende: ella suppone un gusto, un’esperienza, una profondità di giudizio innata per così dire e naturale. Questa è senza dubbio la ragione per cui ho veduti si pochi beli ordinati pranzi, sì pochi convitati, convenientemente collocati, e sì poche conversazioni, che si fan dopo il pranzo, gaje e piacevoli. XI saper ben- ricevere, adunare e collocare a mensa i convitati è una di quelle qualità più importanti e difficili dì cui fregiato es­ sere deve un convitalore. Se egli non sapesse sceglierli, distribuirli, e porre in un dato luogo gli uni in vece degli altri, sarebbe Fi­ stesso che se egli desse un pranzo in una sala senza fuoco, allorquando il termometro di Reaumur segna io gradi (di freddo sotto lo zero, o che nel mese di luglio li facesse 28 1/ A R T E

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