BRUNONE - Arte di dar da pranzo - 1829 copia

butirro, un’ acciuga, mostarda, pepe, sale, e inoscaJo, e si fa girar il piatto. Quando 1’ oca è giovine e delicata è un cibo delizioso, e superiore, secondo me, alla maggior parte degli arrosti di moda. Malgrado tutto quello che potrei dire, in favor dell’ oca, e ancorché una d’ esse fosse più grassa di quel canonico di cui parla Boi- leau nel suo L u trino , e che ella pesasse quanto una delle più spiritose attrici del Tea­ tro Francese, e fosse ella tenera quanto .Zai- ra, la vanità s’ostina a ributtarla. Un generoso convitatore non può che de­ plorare in segreto tal sinistra prevenzione, e far ardenti voti, che i pregiudizi non isten- dano il loro impero per lino sulla cucina (i). (I) Infiniti elogi meritano le oche. Elle sono state sempre mai famose. Non avvi mascalzone che ignori che salvarono il Campidoglio: ma pa­ recchi, tra quali si cont;mo forse alcuni dotti pro­ fessori, non sanno certamente che tali preziosi uccelli sono suscettivi d’educazione. Il chimico Lemery vide un’oca, che girava lo spiede in cui travi infilzato un pollo d’ìndia, aspettando che da altri si girasse^ allorquando posta vi fosse ella stessa. Oh destino!.. f.2 L’ A R T E

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