BRUNONE - Arte di dar da pranzo - 1829 copia
CONCLUSIONE, RACCONTI, PENSIERI NUOVI, AFORISMI, MASSIME NUOVE. I. 1 ostochè gli antichi s’erano posti a mensa, tiravano a sòrte il re del convito, che prescrivea quanto dovessero esser grandi i bicchieri, e stabiliva regole per ben man giare e bevere. II. Ah! signori (dicea un convitatore), un poco di silenzio, ve ne prego, non si sa quel che si mangia. III. Nulla mancherebbe alla gloria dell’uo mo, s’egli avesse tanto buon naso da scoprir i tartuli. IV . L’abate de Bois-Robert pranzava alle più laute mense di Parigi, e v’aumentava la gioia con le sue argute facezie. Un giorno, mentre in tutta fretta reravasi ad lin con vito, un tale lo pregò ad andare a confessar un uomo ferilo a morte, che giaceva nel mezzo della strada: egli s’appressa al semi vivo, e gli dice: amico, pensate a Dio, e dite il vostro benedicite, V. Un faceto diceva che il tempo si do vrebbe dividere in sole due parti eguali, l’una delle quali dovrebbesi impiegar nel mangia re, l’altra nel digerire. VI. Gli antichi collocavano l’amicizia tra Castore e Polluce; il suo solo e vero luogo è tra la pera ed il formaggio.
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