Barricate a Parma_ocred
1908, durato per mesi in tutta la provincia, fu una delle agitazioni più importanti dei contadini in Italia. La struttura economica della provincia di Parma è costituita da pro- prietà terriere, grande, media e piccola, con fittavoli, mezzadri e brac- ciantato. In città e suburbio, artigianato e piccola industria: officine meccaniche, calzaturifici, profumi, zuccherificio, pastifici, conserve ali- mentari. Il fascismo locale non è mai riuscito, né con la propaganda né con l’azione a svilupparsi e a dominare come nelle altre province. Gli “Arditi del Popolo”, sorti anche a Parma sin dal 1921 per iniziativa di un gruppo di operai di tendenze diverse, contro la volontà dei capi degli organismi politici e sindacali, tennero testa per più di un anno, in città e nella campagna, alle camicie nere con una continua ed incessante attività difensiva ed offensiva. Qui il movimento si differenziò un poco da quello delle altre province per la sua maggiore disciplina e per l’appli- cazione tecnica nella tattica delle operazioni armate di strada. Il coman- do dei gruppi degli “Arditi del Popolo” prevedendo la spedizione puni- tiva in grande stile, da tempo preparò oltrechè gli animi, il piano difensi- vo e procurò i mezzi necessari per affrontare e respingere il nemico. I capisquadra scelti fra gli operai militari, ebbero il compito dell’addestra- mento degli uomini, mentre gli addetti ai servizi speciali furono incari- cati di mantenere il contatto coi soldati dei reggimenti di permanenza a Parma per il rifornimento di armi e munizioni. L'Alleanza del lavoro, costituitasi sotto la pressione delle masse, aveva il 31 luglio proclamato lo sciopero generale nazionale; ma il comitato centrale dell'Alleanza stessa, influenzato dai capi socialdemocratici, che. vi rappresentavano i massimi organismi, all’intimazione di Mussolini e ‘alle minacce di rappresaglie, lo fecero subito cessare, ordinando la ripre- sa del lavoro. La situazione precipitava. Gli “Arditi del Popolo”, senza il partito che indicasse la linea politica e gli obiettivi rivoluzionari da raggiungere, avevano esaurito lo slancio offensivo nella pura e semplice contro-azione squadrista. Nell’Emilia, nel Veneto, nella Liguria, nella Toscana, ove maggiore fu la resistenza del proletariato, nelle file operaie si erano prodotti dei vuoti per le numerose perdite subite, rotti i legami fra le azioni difensive, località battute ripetutamente dalle bande armate nemiche; le masse, nuovamente costrette alla ritirata. La vittoria del fascismo, non era però ancora completa. C’era ancora una posizione nell’Emilia che resisteva: Parma. Nella notte dall’1 al 2 agosto, giunsero i primi reparti di camicie nere con autocarri provenienti dalle province emiliane, dal Veneto, dalla Toscana e dalle Marche, equipaggiati ed armati di moschetti nuovissimi, rivoltelle, bombe e pugnali, e provvisti di una gran quantità di munizio- ni; squadristi scelti, provati ed esperti nella tattica della spedizione puni- tiva. L’ammassamento venne fatto nei pressi della stazione ferroviaria, da Barriera Garibaldi al ponte di circonvallazione. Alla testa delle colonne erano i consoli: Moschini, Farinacci, Rainieri, Arrivabene, Barbiellini, Ponzi ed altri minori. Comandante in capo della spedizione, che in breve raggiunse la cifra di ventimila uomini, fu Italo Balbo. Il questore di Parma, commendator Signorile, dopo aver dichiarato ai membri del comitato locale dell'Alleanza del lavoro che nulla avrebbe potuto impe- dire il concentramento, fece ritirare dalle due caserme situate nell’Oltre- torrente i carabinieri e le guardie regie, per lasciare alle camice nere maggiore libertà d’azione. Il comando degli “Arditi del Popolo”, appena ebbe notizia dell’arrivo dei fascisti, convocò d’urgenza capi squadra e capi gruppo e dette loro disposizioni per la costruzione immediata di sbarramenti, trincee, reticolati con l’impiego di tutto il materiale dispo- nibile. All’alba, all’ordine di prendere le armi e di insorgere, la popola- zione operaia scese per le strade, impetuosa come le acque di un fiume che straripi, con picconi, badili, spranghe ed ogni sorta di arnesi per dar mano agli “Arditi del Popolo” a divellere pietre, selciato, rotaie del tranway, scavare fossati, erigere barricate con carri, banchi, travi, lastre di ferro e tutto quanto era a portata di mano. Uomini, donne, vecchi, giovani di tutti i partiti e senza partito furono là, compatti, fusi in una sola volontà di ferro: resistere e combattere. 23
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