Barricate a Parma_ocred

24 In poche ore, i rioni popolari della città presentarono l’aspetto di un campo trincerato. La zona occupata dagli insorti fu divisa in quattro settori: Nino Bixio e Massimo D'Azeglio nell’Oltretorrente; Naviglio e Aurelio Saffi in Parma Nuova. Ad ogni settore corrispose un numero di squadre in proporzione alla sua estensione: ventidue settori dell’Oltre- torrente, sei nel settore Naviglio, quattro nel rione Aurelio Saffi. Ogni squadra era composta di otto-dieci uomini e l'armamento costituito da fucili modello 1891, moschetti, pistole d’ordinanza, rivoltelle automa- tiche, bombe S.I.P.E.. Soltanto una metà degli uomini poterono essere armati di fucile o di moschetto. Tutte le imboccature delle piazze, delle strade, dei vicoli, vennero sbar- rate da costruzioni difensive. Nei punti ritenuti tatticamente più impor- tanti i trinceramenti furono rafforzati da vari ordini di reticolato e il sottosuolo venne minato. I campanili, trasformati in osservatori nume- rati. Per tutta la zona fortificata i poteri passarono nelle mani del co- mando degli ‘Arditi del Popolo”, costituito da un ristretto numero di Lipari. Qui sotto un gruppo di confinati antifascisti: Guido Picelli è il primo a sinistra. Nella foto a fianco quattro degli antifascisti parmensi confinati: (da sini- stra): Umberto Pagani, Grolli, Picelli e Dante Gorreri. Del gruppo fanno parte anche le mogli di Pagani, Picelli e Gor- reri. A destra, sempre a Lipari, un grup- po numeroso di antifascisti confinati di diverse città italiane fra i quali, indicato dalla freccia, è Guido Picelli.

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