Barricate a Parma_ocred

| | | i | i | | i 28 fossero tolte le barricate e disfatte le trincee. Il comando della difesa operaia esaminò immediatamente la nuova situazione, creatasi in segui- to all’intervento dell’autorità militare, e constatò la impossibilità mate- riale di impedire alle forze dell’esercito, costituite localmente da due reggimenti di fanteria, con sezioni di mitragliatrici e carri armati, di un reggimento di cavalleria e da numerosa artiglieria, di tenere l’Oltretor- rente e i settori Naviglio e Aurelio Saffi. Alle ore tre e dieci minuti, il colonnello Simondetti, dopo aver fatto sparare un colpo a polvere con uno dei due pezzi di artigliéria piazzati sul ponte di Mezzo, avanzò seguito da autoblindate da mitragliatrici e dalla truppa, e procedette all’occupazione di tutti i quartieri operai, ordinando ai soldati lo sgombero delle strade. Le schiere di Balbo, ormai disperse, vennero perdute di vista. La spedizione punitiva in gran- de stile contro il proletariato parmense al quinto giorno si trasformò in un disastro. Le camicie nere ebbero trentanove morti e centocinquanta feriti. Dalla parte dei difensori vi furono cinque morti e qualche ferito. Due mesi e mezzo dopo, poco prima della marcia su Roma, il fascismo si preoccupò nuovamente della situazione di Parma. Balbo, nel suo libro “Diario 1922” pubblicato due anni fa, parlando di un suo incontro avvenuto a Roma con Mussolini e di una riunione della direzione del Partito fascista dice fra l’altro: “Tra le situazioni sospese a cui bisogna provvedere, vi è quella di Parma. E° l’ultima roccaforte in mano alle forze antinazionali. Rappresenta un luogo di rifugio e un aiuto morale per il sovversivismo italiano. Mussoli- ni concorda con me nel piano d’azione che gli propongo. . . L’azione su Parma dovrebbe precedere qualunque avvenimento del moto insurrezio- nale”. I capi fascisti pensavano che senza aver prima liquidata la resistenza operaia in un punto strategico dell’Emilia, le operazioni di mobilitazio- ne per la marcia su Roma avrebbero potuto incontrare delle serie diffi- coltà. Ma questa seconda azione non ebbe luogo. Nuovi elementi fecero precipitare la situazione. Fascismo, grande industria, monarchia, si era- no accordati a proposito della cosiddetta marcia su Roma.

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