Barricate a Parma_ocred
raio alle “Reggiane”, Fortunato Nevicati, assessore provinciale e dirigen- te comunista della zona di Poviglio, Armando Attolini, organizzatore di squadre di resistenza, Bruno Fortichiari, dirigente comunista nazionale di origine luzzarese. Nel ’21-°22 si ebbero diversi scontri fra arditi reg- giani, fascisti e forza pubblica (S. Maurizio, S. Polo, Vetto, Cadelbosco Sopra, Scandiano, Viano). Non solo la federazione socialista adulta si oppose all’iniziativa degli arditi, ma anche il movimento giovanile, che il 9 ottobre 21 votò questo 0.d.g.: ‘“Discutendo in merito alla costituzionè dei battaglioni di Arditi del Popolo; constatando che le aspirazioni socialiste non si deb- bono raggiungere che attraverso il proselitismo fra la massa lavoratrice e a base di civili battaglie; preso atto delle delibere della Direzione del Partito Socialista e del Comitato Centrale della Federazione Giovanile Socialista Italiana; richiama tutti i suoi aderenti a tenersi sul campo della neutralità; dichiarandosi pronto ad infliggere pene disciplinari con- tro coloro che non rispettassero il presente ordine del giorno” (16). Ma l’attività degli arditi, alimentata in particolare dalla F.G.C. (le stesse direttive del P.C. d’l. erano contraddittorie in proposito) andava assu- mendo un certo sviluppo, tanto da mettere in allarme sia la forza pub- blica che i fascisti. Il comando della compagnia esterna dei carabinieri di Reggio Emilia, con circolare 14 luglio ’21, notificava ai comandi sotto- posti le seguenti istruzioni ministeriali: ‘Viene segnalata la costituzio- ne... di squadre militarmente inquadrate di cosiddetti Arditi del Popo- lo come sezioni della associazione di tal nome recentemente sorta a Roma, tra i più torbidi elementi sovversivi anarchici, socialisti e repub- blicani, con propositi di violenta opposizione all’affermarsi fascista. Raccomandasi seguire con vigile attenzione tale movimento riferendo urgenza sullo sviluppo, importanza, promotori € particolari atteggia- menti di esso in codesta giurisdizione ed adottando efficaci misure inte- se a prevenire eventuali conflitti e rappresaglie”. E ancora, con circolare n. 116 del 20 luglio ’21: ‘Si reputa opportuno richiamare l’attenzione dei dipendenti comandi sulla organizzazione degli arditi del popolo, organizzazione che troverà indubbiamente molti adepti nella provincia. Occorre seguire con la massima occulatezza il formarsi di tali gruppi applicando ad essi in tutto il suo (sic) rigore le disposizioni di legge in vigore, e relative alla detenzione ed al porto abusivo delle armi, non come si è operato e si opera tuttora nei riguardi dei fascisti”. Facevano ombra, ai fascisti reggiani, i movimenti di Picelli attorno all’Enza. In seguito a uno scontro avvenuto a Parma il 28 set- tembre ’21, All’Armi! scriveva: “Quel losco arnese... era notoriamente il capo e l’organizzatore degli arditi del popolo nelle nostre Provincie, e noi sappiamo che anche dalle nostre terre gli emissari delle organizzazioni del teschio di morte, sov- venzionate coi fondi di Cagoia e compagni, si recavano spesso a Parma a prendere istruzioni e norme” (17). Nella notte del 25 settembre ‘21, in prossimità di S. Polo, alcuni ‘‘so- cial-comunisti’”’ (le fonti fasciste parlano di 60-70 Arditi del popolo, certamente esagerando) attaccarono un gruppo di squadristi di Quattro Castella guidati da Giovanni Dall'Orto e reduci da una provocazione nella “balera” di S. Polo. All’Armi! bollò d’infamia questo paese, ‘che subendo le suggestioni dell’altra sponda dell’Enza appestata dalle sobil- lazioni del disonorevole Picelli, organizza gli Arditi del Popolo” (18).I fascisti erano fuggiti alla svelta, ma subito dopo avevano consegnato al carabinieri una lista di “sovversivi”, che furono poi arrestati (19). I gerarchi Corgini € Dall'Orto (20), pur ammettendo la violenza della balera, attribuirono senz'altro a Picelli l’organizzazione dell’ “agguato” sovversivo. Corgini in particolare riferì che il deputato parmense aveva “tenuto un’adunanza in una casa abbandonata dell’Enza, alla presenza di 300 convenuti, per preparare un agguato in grande stile ai fascisti di ritorno dall’inaugurazione del gagliardetto di S. Polo, che doveva aver luogo nella domenica vicina” (appunto il 25 settembre; n.d.r.). “Dietro tali risultanze” — prosegue Corgini — “prima: ancora che si fosse a giorno dell’arresto, l’on Picelli venne denunciato all’autorità competen- SI
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=