Barricate a Parma_ocred

32 te per eccitamento all’odio di classe ed organizzazione di associazione a delinquere”. I fascisti reggiani ebbero ancora diverse occasioni di attaccare violente- mente Picelli. Dopo i fatti di Tabiano del marzo ’22, seguiti da un nuovo arresto del deputato, notarono: “I fascisti di Reggio non devono dimenticare che il Partito che ha mandato alla Camera questa cinica figura di delinquente è lo stesso al quale appartengono i lagrimanti coccodrilli, che a Reggio hanno la spudoratezza di lamentarsi per due sacrosante legnate che appena segnano il cuoio capelluto”. E poiché il mandato parlamentare avrebbe abbreviato la detenzione, aggiungevano: “E° bene che torni a girare per Parma e che s’imbatta in qualche fascista munito di porto d’armi. Vale la pena di consumare una cartuccia” (21). Un certo Barbariccia, in seguito all’uccisione di arditi parmensi avvenuta il 12 marzo ”22, scriveva: “Domenica scorsa il delinquente Picelli, il losco disonorevole cui gli agnelli che scrivono sulla Giustizia di Reggio mandano le attestazioni di solidarietà, ha sferrato l’offensiva dei suoi lurchi pregiudicati, nel Parmense e sui confini della nostra provincia. L’offensiva è andata male: alcuni morti di parte loro. Io su quei morti non piango. .. Io intesso l’elogio di quelle pallottole... Con cinismo diabolico non piango sui morti, non riprovo l’opera di quelle pallottole. Io” (22). ° 4 - COMITATO SEGRETO DI SALUTE PUBBLICA Nei giorni dello ‘sciopero legalitario” (1-3 agosto 1922), la commissio- ne provinciale del partito socialista e delle organizzazioni operaie, che sedeva in permanenza, si preoccupava specialmente di evitare manifesta- zioni e invitava gli operai a starsene ‘tranquillamente alle loro case”, ad “astenersi nel modo più assoluto da ogni e qualunque violenza, assem- bramenti e dimostrazioni” (23). Ma in alcuni stabilimenti gli operai tenevano assemblee e mettevano in discussione gli indirizzi rinunciatari. Particolarmente animata la riunione delle officine “Reggiane”, da cui le maestranze uscirono forzando il blocco delle camicie nere fasciste e delle camicie azzurre nazionaliste. Camillo Montanari fu ancora una volta l’animatore del movimento (24). La commissione ordinò la cessa- zione dello sciopero nel pomeriggio del 2 agosto (25), cioè prima ancora che fosse resa nota la capitolazione dell’alleanza del lavoro in sede nazionale. La ripresa del lavoro alle “Reggiane” e al calzificio di Garde- nia avvenne però nel pomeriggio del 3, perché gli operai, seguendo l'orientamento dei gruppi di sinistra, non riconobbero inizialmente la validità della decisione locale. Ma i fascisti, la sera stessa del 2 agosto, avevano sonato il campanone della torre civica in segno di vittoria (26). Fin dall’ultima decade di luglio si erano organizzati per fronteggiare lo sciopero con squadre di repressione, mobilitando anche i loro “sindacati economici” a fini di crumiraggio (27). Ma il “capolavoro” dei fascisti reggiani in quel momento fu la creazione — pare unica in Italia — di un “comitato segreto di salute pubblica” che militarizzava la direzione politica e dava vita, con articolazione provinciale e locale, a strumenti straordinari di polizia e giustizia di classe, con il compito di ordinare ed eseguire la fucilazione dei ‘capi dei partiti sovversivi” ‘al primo atto di ostilità”, di occupare gli uffici pubblici e sovrintendere a tutto il movi- mento delle squadre (28). Lo stesso comitato ordinò, la sera del 4 ago- sto, lo spostamento a Parma di buona parte delle squadre reggiane. 5 - BALBO, IL QUESTORE E LO “SPIRITO DI PACE” Nella notte fra il 3 e il 4 agosto Italo Balbo, partito da Ferrara in auto per l’aggressione all’Oltretorrente, sostò a Reggio Emilia dove ebbe una riunione con Giovanni Dall’Orto e altri esponenti del comitato segreto, che gli fornirono armi e munizioni per lui e la scorta (29). Uscito da Reggio (‘città in movimento, forza pubblica, assembramenti di fasci- sti”), fu fermato da un blocco di guardie regie su un ponte della Via Emilia (30). “Non vale insistere — nota il quadrumviro —. Debbo ritornare a Reggio Emilia. Al fascio mi avvertono che il questore è una persona con cui si

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