Barricate a Parma_ocred
raccomandò alle centurie dipendenti di osservare ‘“molta cautela nell’ac- cettazione degli Squadristi”, occorrendo ‘uomini decisi a tutto e sem- pre pronti in qualunque momento”. In una successiva circolare lo stesso gerarca ‘richiama l’attenzione di tutti i Centurioni sul momento politi- co attuale; in conseguenza ordina che gli uomini siano tenuti costante- mente alla mano, che sia continuamente curata in ogni suo particolare e portata a termine l’organizzazione delle cen turie”. Non è improbabile che Dall’Orto si riferisse, implicitamente, alla prepa- razione di un secondo tentativo su Parma, al quale Italo Balbo stava dedicando in gran segreto ambiziosi progetti. Intanto la parte più impegnata del movimento operaio reggiano attende- va all’organizzazione di nuove formazioni di difesa e di attacco al fasci- smo. Particolarmente la F.G.C. fornì ancora effettivi al movimento degli ardi- ti. Alla stessa organizzazione venne attribuito un appello ad armarsi: “ ‘comunisti reggiani, il cui sangue generoso non fu mai secondo, sappiamo dar prova di disciplina, di volontà di sacrificio. . . Chi è comu- nista deve armarsi, deve essere un soldato equipaggiato dell’Esercito comunista. Se un compagno viene colpito, pronta e simultanea deve essere la reazione. Colpite, colpite, come potete” (53). Il fascio reggiano segnalò l’appello al prefetto Masino e chiese l’impiego della forza pubblica contro la F.G.C. (54): la raccomandazione non ‘cadde nel vuoto. Camillo Montanari manteneva i contatti con Guido Picelli, che in una lettera del 5 settembre, gli rivelò di essere informato circa “una seconda offensiva fascista”. Il prefetto di Parma aveva chiesto istruzioni al gover- no su come “‘regolarsi in caso di un concentramento di truppe fasciste”. Il deputato esortava Montanari a prendere opportune misure affinché uomini “di buona volontà, senza distinzione di parte”, si tenessero pronti all’azione e si concentrassero eventualmente a Parma. “Sappiami dire — proseguiva — se a Reggio è possibile una resistenza effettiva ed allora le vostre forze potrebbero operare sul posto, collegate e d’accordo con le nostre. Da qui verrebbe diretta l’azione generale ed esteso il fronte sino dove è possibile” (55). Dal canto suo Dall'Orto, “a notte stessa che i fascisti lasciavano Par- ma”, fu incaricato da Balbo di penetrare nel quartiere del Naviglio e in Oltretorrente “prima che le truppe del regio esercito occupassero tutte le arterie fortificate. .. onde poter riprodurre in una esatta pianta to- pografica tutte le linee di trincee e i sistemi di difesa, certo che i sovversivi in una nuova insurrezione avrebbero ripetuto la stessa fortifi- cazione”. Il “seniore”’, accompagnato dai fascisti Rino Del Rio di Bib- biano e Carlo Ferrari (detto Rampini) di Reggio, “si accinse all’impre- sa”. Prese alloggio all’albergo ‘“Buton”’, mentre i due minori camerati si contentarono di una bettola presso il ponte di Mezzo. Dall'Orto entrò in Parma Vecchia malvestito e con una tessera del movimento degli arditi del popolo di Reggio. All’altezza di Borgo Pio fu circondato da alcuni arditi che, fiutato lo spione, lo chiusero in una cantina preannun- ciandogli un confronto con “altri compagni comunisti reggiani”. Davan- ti a questa eventualità, che lo avrebbe inevitabilmente inchiodato, Dall’ Orto fuggì attraverso un finestrino e tornò di corsa in albergo. Quindi un compiacente ufficiale gli prestò una divisa da capitano del regio esercito, con la quale partecipò alla prima occupazione militare. Del Rio e Ferrarini percorrevano l’Oltretorrente spacciandosi per commercianti di olio e annotavano su un taccuino la dislocazione di ‘trincee, piazzole per mitragliatrici, vie divelte””, mentre il seniore, nei pressi della “C.d.L. comunista” in Via Imbriani, faceva gli schizzi delle fortificazioni. Quin- di i tre tornarono a Reggio. Dall’Orto, dopo avere comunicato a Balbo l'esito dell'impresa, fece compilare la carta ‘su scala e in bella copia a colori” dal geometra squadrista Edoardo Curli. Questa, in sintesi, la versione fascista della vicenda, evidentemente ro- manzata e glorificata. Non siamo al corrente di altre versioni. Fatto sta che di lì a tre giorni Dall'Orto partecipò al convegno segreto di Corte- maggiore con Balbo, Farinacci, Ponzi, i ‘‘consoli’’ di Cremona € Parma e, carta alla mano, suggerì le modalità tattiche di un’azione di sorpresa 37
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