Barricate a Parma_ocred

le alla coesione e costituzione di quella forza immensa che è data dalla unione dei singoli. “Voglio sperare che presto si cesserà di offrire il triste spettacolo della disunione: le tre camere del lavoro scompariranno, si fonderanno in una e la nostra provincia, fatta forte darà finalmente battaglia certa del buon esito di essa. “E’ un appello che io lancio ai lavoratori parmensi alla vigilia del con- gresso unitario con la certezza che esso avrà una eco nell’anima di tutti”. : La nota redazionale all’articolo precisò: “Pubblichiamo, per debito di imparzialità, questo articolo del nostro Guido Picelli, pur non condivi- ‘ dendone del tutto le idee”. ra i . Sempre sullo stesso argomento e cioè l’unità operaia, questo l’ordine del giorno del partito comunista apparso su Sindacato operaio e L’Interna- zionale del 2 luglio 1921: “I rappresentanti: la federazione provinciale comunista, la sezione comunista, la sezione giovanile comunista di Par- ma riuniti la sera del 27 giugno 1921 dopo animata ed esauriente discus- sione in merito alla linea di condotta da tenersi circa il comitato unita- rio sorgente in Parma, premesso che la soluzione dei vari problemi sindacali come quello dell’unità operaia, i comunisti possono ottenerla applicando rigorosamente l’appello lanciato dal comitato esecutivo del P.C. d’I.; deliberano non aderire al costituendo comitato di unità che altro non può essere che l’unità dei traditori, dei controrivoluzionari e dei disgregatori del movimento proletario; diffidano i comunisti che fossero ancora aderenti al sunnominato comitato a rassegnare immedia- tamente le proprie dimissioni; avvertono coloro che intendessero di aderirvi o rimanervi aderenti, che in questi casi, saranno senza speciali inchieste espulsi dal partito comunista per il solo fatto della loro mante- nuta e dimostrata adesione (. . .)”. Dopo la costituzione ufficiale degli Arditi del popolo a Parma (17 luglio 1921), L'dea del 23 luglio 1921 espresse immediatamente pesanti cri- tiche sulla nuova organizzazione: “Il fascismo (. ..) — scriveva Pietro Marchetti — non si elimina (. . .) con armate proletarie che contrastano con la psicologia antimilitarista delle nostre masse, con le migliori tradi- zioni del partito e con la stessa dottrina socialista che è tutta un inno alle finalità etiche della vita e che la violenza ammette solo come una necessità dei grandi trapassi storici. Il fascismo potrà vincersi soltanto . con il partecipare indirettamente alla soluzione dei più urgenti problemi nazionali e internazionali; col valorizzare tutte le nostre forze per impri- mere una nuova direttiva alla politica italiana; col restaurare l’autorità dello stato; col reclamare la giusta applicazione delle leggi”. Manlio Ferruccio Bonaccioli in “A proposito degli Arditi del popolo” paventò anche l’eventualità di una pericolosa autonomia di queste for- mazioni. “Si tratta di gruppi composti di un amalgama di soci dei diversi partiti d’avanguardia, i quali però non han né autorizzato, né promosso un vero programma, delle precise direttive risultate da un comune accordo. Ciò vuol dire che questi Arditi sfuggono al controllo dei singoli partiti, agiscono per loro conto trovandosi magari in conflit- to domani, specialmente i socialisti, con le direttive tattiche del partito al quale sono iscritti”. La conclusione cui si giunse in ‘“Pacificazione”’ fu: “Noi non vogliamo violenze di nessun genere: né dei fascisti contro di noi, né degli Arditi del popolo contro i fascisti”. Il 22 luglio 1921 I! Piccolo pubblicò un ordine del giorno della Federa- zione provinciale socialista parmense a proposito degli Arditi del popo- lo. “La Federazione socialista, riunita per esaminare la situazione creata dal fascismo; considerando che anche nella attuale situazione sia compi- to del partito socialista e della Confederazione generale del lavoro deli- berare e provvedere intorno ai mezzi più acconci di tutela e difesa proletaria; richiamandosi ai principi informativi del partito; in attesa di deliberazioni precise degli organi responsabili circa la costituzione di squadre contro le violenze fasciste; si dichiara decisamente contraria a che gli iscritti al partito entrino a far parte di detti organismi”. Il 14 agosto, sempre // Piccolo, riportando la cronaca del consiglio della +1

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