Barricate a Parma_ocred

46 il torrente divide i «popolari» L'abolizione del non-expedit segna, come è noto, l’inserimento pieno dei cattolici nella vita politica italiana. L’avvenimento, che per tanti versi costituisce una liberazione culturale e che perciò avvia nel mondo cattolico un processo di emancipazione ideologica, pone immediata- mente sul piano dell’organizzazione una serie di problemi in gran parte nuovi. Sotto questo aspetto, la necessità di passare da una concezione indistinta ed unitaria ad una concezione distinta ed autonoma dei pro- blemi religiosi, sociali e politici, viene concretizzata con la creazione di tre diversi organismi: l’Unione popolare, che agisce sul piano religioso in stretta dipendenza con la gerarchia, la Confederazione Italiana del Lavo- ro, che agisce sul piano sindacale, il Partito Popolare, che agendo sul piano politico si pone di fatto come il partito dei cattolici. A differenza del primo però, questi due ultimi organismi si definiscono in senso autonomo e aconfessionale. Anche a Parma gli effetti della fine del non-expedit si realizzano in questo modo. Ma si tratta, come è avvenuto nella maggior parte dei casi, di una realizzazione formale ed apparente. In realtà il problema di organismi distinti ed autonomi trova efficacia solo sulla carta. I legami tra le tre organizzazioni rimangono perciò molto stretti: gli uomini che si occupano del sindacato agiscono anche nel partito e nell’Unione, e i due giornali, la Giovane Montagna (organo dei popolari) e Vita Nuova (organo della Curia) pur differenziandosi spesso nelle tendenze e nei giudizi, danno l'impressione alle masse catto- liche che lavorare per il partito o per la religione rappresenti una sola cosa. In tal modo, nonostante la separazione formale degli strumenti di azio- ne, né il problema della aconfessionalità viene risolto, né il problema ° della libera espressione politica e sindacale dei cattolici viene sganciato dal fondamento religioso di tutto il movimento. D'altra parte non si è corretti se non ci si spiega le ragioni di questo ritardo e se non si individuano le caùse originarie che hanno influenzato questo fenomeno così importante per tutta la storia del movimento politico dei cattolici in Italia. Una breve analisi delle origini e dei contenuti del partito popolare, con particolare riferimento a Parma, è dunque necessaria e fondamentale. Il programma del nuovo partito cattolico è l’antitesi di quello socialista: è contro il collettivismo e a favore della piccola proprietà e della coope- razione; esige il rispetto delle classi sociali e si oppone alla dittatura del proletariato; auspica il rinnovamento della società attraverso la solida- rietà e la collaborazione, al posto dello sciopero e della rivoluzione. Così nella nostra provincia, accoglie nelle sue file tutta una fascia inter- media di popolazione che non si riconosce né nelle promesse socialiste, né nei presupposti liberali. Vi sono i proprietari di un misero e spesso non fertile appezzamento di terreno derivato dalla frantumazione della proprietà per l’eredità in montagna, dove già da tempo funziona una fitta rete di casse rurali cattoliche; vi sono i nuovi piccoli proprietari e i piccoli affittuari della media e bassa pianura che sono diventati tali da affittuari e mezzadri in seguito al frazionamento fondiario del dopo- LUCILLA DEL POGGETTO

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