Barricate a Parma_ocred

64 zione del parroco”. L’autore indirettamente finiva con l’ammettere che nella reazione al fascismo erano accumunate forze di varia estrazione politica. Più avanti l’entusiasmo politico dello stesso cronista trapelava nel rendere edotti i propri lettori che “nelle prime ore della sera l’aspet- to della città era fantastico. Nuove forze fasciste giungevano da ogni dove. Imponente la colonna di oltre mille fascisti giunti da Reggio in una lunga teoria di camion e completamente equipaggiati”. Era il tono che piaceva alla borghesia, patriottardo ottocentesco, mellifluo (e chia- ramente di parte). Le azioni dei ‘“‘sovversivi’”’ erano sempre “unanime- mente esecrate”, le azioni dei fascisti, (quando venivano riportate) for- nite con l’imperturbabile indifferenza dei bollettini meteorologici. E atti di violenza (senza contare i morti e i feriti) ve ne furono e spesso gratuiti: “Sono state invase e devastate per due volte la sede dell’Unione del lavoro. . .; l’abitazione del direttore del Piccolo Tullio Masotti; lo studio dell’onorevole Albertelli e l’abitazione del consigliere comunale prof. Ghisolfi. All’abitazione di Masotti tutto il mobilio è stato gettato DI n NINE ritto

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