Barricate a Parma_ocred

22610 AME IRIS Da rece 72 Perché cessino le inaudite violenze che hanno bagnato di sangue proleta- rio la terra d’Italia; perché si instauri un regime di libertà e di giustizia sappiate compiere il vostro dovere. ‘“‘Disertare il lavoro! “Viva lo sciopero generale! . Il Comitato d’Agitazione”. 1 AGOSTO, MARTEDI Il carattere di protesta dato allo sciopero non determinò nessun inciden- te in città; la giornata trascorse calma in tutti i quartieri anche perché non ebbe luogo alcuna manifestazione pubblica, né comizi, né le parate che avevano caratterizzato gli altri movimenti. Lo sciopero riuscì compatto sia in città che in provincia; vi aderirono tutti i servizi pubblici e la vita cittadina rimase paralizzata. Verso sera cominciarono a circolare nei quartieri popolari le prime voci del concen- tramento di forze fasciste in città, pertanto furono intensificati i servizi di vigilanza e di vedetta. La notte tuttavia trascorse senza incidenti di notevole importanza. Alle ventidue iniziò anche lo sciopero dei ferrovie- ri e la manifestazione sembrava assumere un carattere sempre più vasto. 2 AGOSTO, MERCOLEDI” All'alba del secondo giorno le strade dei quartieri popolari erano già gremitissime. Uomini, donne e ragazzi commentavano le notizie portate dalle staffette sull'aumento dei contingenti fascisti. L'Alleanza del La- voro, sotto la pressione delle minacce di Mussolini, aveva ordinato la cessazione dello sciopero prima dello scadere delle quarantotto ore. Nel pomeriggio avvennero i primi incidenti: “Le squadre fasciste hanno compiuto una serie di evoluzioni nelle strade di accesso ai borghi del quartiere del Naviglio, non col proposito di entrare... ma con l’inten- zione di provocare qualche incidente grave che potesse determinare l'intervento della forza pubblica. . .’’. (L’Internazionale, 8 agosto 1922). Verso le diciassette i fascisti tentarono un altro assalto al Naviglio, ma furono respinti; allora essi attaccarono il Circolo ferrovieri che in quel momento era deserto, non provocarono alcun danno perché l’autorità militare si oppose. Nel Naviglio intanto erano sorte le prime barricate, costruite con ogni sorta di materiale. Il fermento della popolazione era andato sensibil- mente aumentando per la situazione divenuta in breve tempo preoccu- pante. Il Comitato d’Azione, composto da esponenti delle organizzazioni pro- letarie e da Guido Picelli era riunito da parecchie ore per esaminare la situazione, quando una commissione di mutilati e combattenti offri la propria opera di mediazione per evitare la battaglia, consigliando la cessazione dello sciopero. In compenso essi si sarebbero prodigati per ottenere dal prefetto l'assicurazione che i fascisti concentrati in città, sarebbero stati costretti a ritornare nei loro paesi. Le trattative si protrassero fino a tarda notte: un colloquio fra gli organizzatori sindacali ed il prefetto ebbe luogo dalla mezzanotte alla una; esso si concluse con la promessa da parte del rappresentante del Governo di allontanare i fascisti il mattino seguente. Il Comitato decise di ordinare la ripresa del lavoro e si accinse a preparare un manifesto nel quale, dopo aver constatato la buona riuscita del movimento, invitava i lavoratori ‘‘a vigilare attentamente sino a che non fossero partiti tutti i fascisti”. (L’Idea, 12 agosto 1922). 3 AGOSTO, GIOVEDI’ Senonché verso le due dopo mezzanotte il capo gabinetto del questore comunicava alle organizzazioni proletarie queste notizie: “La parte nuo- va della città è stata improvvisamente invasa da molte migliaia di fasci- sti. Essi sono regolarmente armati fino ai denti. Hanno camions di armi di riserva e si preparano a mettere a ferro e a fuoco i quartieri popolari che l'autorità non sente di poter difendere. Consiglio a voi capi del movimento ad invitare i lavoratori della Trinità ad abbandonare la città e voi stessi a darvi alla campagna, consigliando pure gli operai dell’oltre-

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