Barricate a Parma_ocred

î 76 poste in difesa dell’organizzazione sindacalista. I soldati che si trovava- no nei pressi della Camera del Lavoro impedirono l'assalto ed i fascisti si ritirarono. Verso sera il vice questore comunicò che l’autorità aveva deciso di procedere all’allontanamento dei fascisti e che pertanto avrebbe aumen- tato il presidio alle Camere del Lavoro occupandole. Gli attacchi fascisti che erano stati preannunciati per la notte da sabato a domenica non vennero eseguiti. “Tutti gli sforzi fascisti sono stati frustrati”, commenta L’Internaziona- le dell’8 agosto, anche se il numero dei fascisti fu calcolato intorno alle diecimila unità. Nelle prime ore del giorno seguente cominciò la partenza dei fascisti dalla città; alla stazione ferroviaria essi sfogarono la loro rabbia scarican- do le loro armi contro la tettoia della pensilina. Un avviso del comando militare del presidio venne affisso in città: intimava lo sgombro dei fascisti entro le 24 ore, la consegna delle armi non denunciate entro 48 ore. Intanto il colonnello Simondetti invitava i rappresentanti operai a fare opera di persuasione presso i lavoratori perché abbattessero le trin- cee, mancando ormai la ragione di mantenere il sistema difensivo contro il nemico in ritirata. Nonostante le riserve dovute alle notizie provenien- ti dalla campagna, le trincee vennero ad una ad una smantellate. Restò il servizio di vedetta per prevenire eventuali sorprese. La sera e la notte della domenica trascorsero tuttavia tranquille e l’Oltretorrente, come il quartiere del Naviglio, cominciò a riprendere l'aspetto normale. Per alcuni giorni in città regnò però un clima di tensione. Le fabbriche rimasero chiuse nei giorni immediatamente seguenti alla cessazione delle ostilità; si verificarono anche alcuni incidenti, ma di scarso rilievo. Il ritorno alla normalità fu abbastanza lento a giudicare dall'appello con- cordato dalle varie forze politiche della città e diffuso con un manifesto solo il 18 agosto. Per “agevolare il ritorno ad uno stato di ordine e di pace” il manifesto invitava i cittadini a ‘servire la Patria osservandone le leggi, a difendere le conquiste della civiltà, a sottomettersi al proprio senso di disciplina, per adempiere al voto di pacificazione espresso sia dalle autorità cittadine che dai rappresentanti delle organizzazioni poli tiche ed economiche della città, della provincia e della stampa”. (L’Idea, 23 agosto 1922).

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