VOL1_Tesi_con copertina

104 4. Evoluzione storica della rappresentazione della città di Parma una sovrapposizione tra questa mappa e la Pianta della città di Parma secondo le misure catastali eseguite nell'anno 1810 si vede una perfetta corrispondenza tra gli isolati, in entrambi i documenti delineati solo nel perimetro. A seguito di queste osservazioni si potrebbe avanzare l’ipotesi che questa pianta sia il quadro d’unione del catasto napoleonico del 1810, oggi ormai perduto. Dopo le ripetute interruzioni le operazioni catastali furono portate a termine solo nel 1853 quando furono completati il rilevamento dell’intera città e la redazione dei relativi sommarioni 60 . In queste planimetrie la città è divisa in cinque sezioni che prendono il nome dagli edifici principali in esse collocati: B “Stabilimenti reali e del governo”, E “Cattedrale”, F “San Sepolcro”, G “San Tommaso”, H “Santa Croce”, rappresentate su uno o più fogli di mappa a seconda della dimensione, per un totale di otto fogli di mappa, cui si somma un foglio relativo alla Cittadella. Le carte sono state rilevate e delineate in scala 1:1250 dai geometri dello stato Giuseppe Berzieri, Camillo Monguidi, Francesco Pinelli e Carlo Ricci, i cui nomi sono riportati sui fogli corrispondenti 61 . Per quanto riguarda il contenuto grafico questo ricalca l’impostazione presente nell’Atlante, anche se è presente un minore grado di dettaglio soprattutto per la rappresentazione del verde, qui indicato con campiture piene senza delineazione del disegno dei giardini e degli orti. Come nell’Atlante sono invece perimetrati gli edifici e le relative pertinenze e vi è la distinzione tra area coperta e scoperta tramite campiture differenti: rosa per gli edifici, giallo per le aree scoperte non permeabili e verde per le aree scoperte con presenza di orti o giardini. Gli orti perimetrali situati tra la fine dell’abitato e il perimetro delle mura non sono invece campiti. Negli edifici principali sono indicate le micropiante e rimane il disegno dei portici come nell’Atlante Sardi, mentre è ridotta l’indicazione dei canali, probabilmente a causa dell’interramento della maggior parte di essi. Le indicazioni toponomastiche riguardano principalmente la viabilità. Le particelle sono tutte indicate con numeri arabi progressivi su ogni sezione mentre l’indicazione del numero di isolato è presente solo nella sezione E “Cattedrale”. In generale si può riscontrare una precisione del rilievo tale da generare una corretta immagine della città che, confrontata con quella emergente dall’Atlante Sardi, consente di cogliere le evoluzioni urbanistiche avvenute. Il catasto del 1853 è quindi uno strumento fondamentale per conoscere lo stato della città alla metà del XIX secolo risultando l’ultimo documento cartografico ufficiale preunitario 62 . 60 Mappe e registri sono conservati in ASPr, Catasto Cessato, Catasto 1853. 61 M ambriani C., 2011, p . 11. 62 M iani U luhogian F., 1984, p. 59 Fig. 13 Catasto 1853. Sezione E della Cattedrale foglio 1 °. Geometra dello Stato. 1853. 95 x 66 cm. China acquerellata su carta. Scansione Archivio di Stato di Parma. Fig. 12 Catasto 1853 (?). Quadro d’unione . Geometra dello Stato. 1853. China acquerellata su carta. Scansione Archivio di Stato di Parma.

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=