VOL1_Tesi_con copertina

115 5. L’Atlante Sardi destinate all’agricoltura anche tramite l’abolizione delle riserve di caccia del duca dopo la morte di Don Filippo nel 1765, e fu promossa la pubblicazione di testi a stampa per diffondere la conoscenza delle tecniche agrarie più aggiornate. Le nuove colture introdotte furono soprattutto gelsi, lino, canapa, specie arboree che il Ministro cercò di incentivare in quanto fornivano materia prima alle industrie tessili 25 . Fu infatti soprattutto l’industria ad interessare il Ministro che, ispirato al colbertismo, vedeva in essa il motore per lo sviluppo economico e sociale del paese. Gli interventi in questo ambito passarono attraverso la concessione gratuita di locali per le nuove industrie e lo stanziamento di finanziamenti per la loro apertura. L’amministrazione promosse inoltre l’assegnazione di pensioni agli artigiani affinché formassero nuovi allievi e la venuta a Parma di operai ed artigiani specializzati dalla Francia e della Svizzera 26 . Furono introdotti nuovi metodi produttivi e nuove industrie, favorendo la produzione di nuovi prodotti, ma non si eliminarono i vincoli protezionistici ripristinando invece gli antichi statuti, nel tentativo di tutelare gelosamente vecchi monopoli a scapito del libero commercio e della libera concorrenza. La conservazione delle corporazioni non fu un provvedimento positivo per l’economia; portò infatti alla diminuzione dei produttori e dei venditori interni con il conseguente aumento dei prezzi 27 . Allo stesso modo, questa condotta conservatrice e corporativistica ebbe ripercussioni negative anche sulle attività commerciali. Nonostante infatti si stessero diffondendo idee riformatrici che promuovevano il libero commercio e lo scioglimento di Università e Arti mercantili, Du Tillot non si mostrò propenso alla liberalizzazione dei traffici e del lavoro, ma conservò antichi statuti e vincoli tesi al protezionismo, cercando di eliminare ogni concorrenza ritenuta negativa 28 . Nonostante questa limitazione intrinseca allo sviluppo commerciale, interventi positivi furono messi a punto anche in questo settore, soprattutto attraverso il miglioramento e l’implementazione delle vie di comunicazione. A tal proposito nel 1768 il Ministro emise un ordinamento che portò all’accentramento del governo delle strade, prima ripartito tra Congregazione dei Cavamenti a Parma, Vicario Foraneo a Piacenza e Ispettore a Guastalla, tra loro indipendenti e senza un piano di coordinamento comune. In questo modo le operazioni divennero più organizzate garantendo una copertura omogenea di tutto il territorio ducale. Come primi interventi furono ordinati la sistemazione tramite inghiaiatura delle strade comunali, la creazione di nuovi ponti per consentire un più agile attraversamento dei corsi d’acqua anche in condizioni di piena, lo scavo maggiore e la pulizia dei fossi per evitare l’allagamento delle strade che li costeggiavano. Fu inoltre allargata e alzata la strada che conduceva da Piacenza a Milano e fu aperta una nuova strada carrabile sull’Appenino per il collegamento con la Liguria, dando quindi al Ducato uno sbocco sul mare. Questa strada, realizzata a partire dal 1766 su progetto dell’ingegnere francese De-Cotte, passava per i comuni di Alseno, Castelnuovo, Bardi, Compiano e Centocroci (ultimo borgo sotto la giurisdizione parmigiana), per poi proseguire in territorio ligure attraverso Varese fino a Sestri sul mare. In territorio emiliano la strada sarebbe poi continuata fino a Busseto e al Po vicino a Cremona attraversando tutto il Ducato. Entro il 1768 fu realizzato il tratto fino a Bardi, ma la costruzione fu poi abbandonata in seguito alla caduta del Ministro nel 1771 29 . Oltre a questi provvedimenti diretti volti ad un miglioramento generale delle condizioni economiche, furono promossi anche interventi indiretti per eliminare le concause della crisi economica. Come accennato precedentemente, uno dei più gravi fattori che impedivano lo sviluppo dello Stato e condizionavano negativamente ogni intervento riformista, era il grande potere della Chiesa e i privilegi ad esso collegati di cui gli ecclesiastici potevano godere. L’origine stessa dei Ducati, creati 25 C ipelli B., 1895, p. 121 26 B ernini F., 1979, p. 137 27 B enassi U., 1921, vol. 3, pp. 41-52 28 B enassi U., 1921, vol. 3, pp. 41-52 29 C ipelli B., 1895, p. 81

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