VOL1_Tesi_con copertina

118 5. L’Atlante Sardi 5.1.3. La promozione delle arti e della cultura Durante il periododi governodel MinistroDuTillot, inquadrabiledalla suanomina a Primo Ministro nel 1759 alla sua destituzione nel 1771 38 , le riforme più importanti riguardarono il campo delle arti e lo sviluppo della cultura. In questo ambito fu avviata una politica illuminata di promozione di tutte le principali istituzioni culturali, incentivando l’arrivo di studenti stranieri per rianimare il panorama intellettuale della città. Fu un periodo di grande sviluppo delle arti, fortemente informato dalla cultura francese. Parma divenne così il modello di una grande trasformazione intellettuale, tanto da guadagnarsi l’appellativo di "Atene d’Italia". L’istituzione che contribuì a dare maggior rilievo e prestigio alla città facendola diventare centro di cultura di interesse europeo, fu l’Accademia di Belle Arti. Fondata nel 1752 da don Filippo, col nome di Accademia Lombarda, probabilmente come scuola privata di pittura, l’istituzione fu poi trasformata nel 1757 in Accademia Reale con stesura finale e approvazione delle sue costituzioni 39 . Era un’accademia di ispirazione francese che fondeva in una sola le omologhe parigine Académie Royale de Peinture et Sculpture e Académie d’Architecture. Era incaricata di riformare la collezione di dipinti e sculture dopo la spogliazione di quanto posseduto dai Farnese, di costituire un piccolo museo di antichità e di formare gli studenti tramite un corpo docente altamente specializzato in gran parte di origine francese 40 . L’Accademia fu ufficialmente inaugurata il 18 aprile 1758 come testimoniato da una lettera del suo primo segretario, il poeta e arcade Carlo Innocenzo Frugoni (1692-1768): «Si è qui magnificamente aperta la nuova accademia delle belle arti, fondata dal nostro Real Sovrano, arricchita e ben corredata di leggi e di privilegi, di cui si è S.R.A. compiaciuta di nominar la prima volta gli accademici tutti che la compongono, e di decorarla col titolo di Reale Accademia e di farsene egli il protettore. Io ho dovuto farvi un ragionamento sopra le arti della pittura, scoltura ed architettura, giacché la sovrana clemenza ha voluto nominarmi in grado di segretario. Si è dopo il mio discorso dato il premio agli allievi studiosi di pittura consistente in una medaglia d’argento battuta per la fondazione dell’Accademia nostra, medaglia pure da me immaginata e descritta a chi doveva coniarla» 41 . La struttura accademica era fortemente gerarchizzata; essa dipendeva in prima istanza dal curatore, ovvero l’Intendente delle Reali Fabbriche rappresentato dal Ministro Du Tillot, cui seguivano il direttore, allora Guidascanio Scutellari e il segretario, Carlo Innocenzo Frugoni. Vi era poi il corpo docente per ogni ramo delle arti, affiancato da quattro consiglieri con diritto di voto e da accademici d’onore di nomina ducale 42 . Tra gli insegnanti si ricordano i primi artisti di corte quali Ennemond Alexandre Petitot (architetto, disegnatore, incisore, accademico del nudo e decoratore di libri), Giambattista Boudard (scultore), Simon Francesco Ravenet (incisore di opere del Correggio e del Parmigianino) e Benigno Bossi (stuccatore, pittore e incisore), insieme ad artisti locali come Giuseppe Peroni (pittore) e Antonio Bresciani (pittore di affreschi) 43 . Essi, in qualità di accademici, godevano di grande prestigio, immunità e grazia da parte del sovrano e acquisivano automaticamente 38 La fiducia nel Ministro iniziò a diminuire dopo la morte del duca don Filippo. Il figlio don Ferdinando, nonostante l’istruzione di stampo fortemente illuminista che aveva ricevuto, era profondamente cattolico e non approvava la politica anti-ecclesiastica dutillotiana. Inoltre il matrimonio del duca con Maria Amalia d’Austria portò Parma sotto la sfera di influenza austriaca filo-cattolica. In questo clima di avversione interno alla corte, il malcontento generale da tempo dilagante tra i nobili, il clero e il popolo che avversava le riforme, portarono alla caduta in disgrazia del Ministro che dovette abbandonare il Ducato nel 1771. 39 A llegri T assoni G., 1979, pp. 186-187 40 P ellegri M., 1996, p. 241 41 P ellegri M., 1996, p. 241 42 P ellegri M., 1996, p. 242 43 F iaccadori G., M ambriani C., M alinverni A. (a cura di), 2012, pp. 53-56

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