VOL1_Tesi_con copertina

121 5. L’Atlante Sardi Egli arrivò a Parma nel 1753, dopo essere stato scelto da Du Tillot tramite i suoi numerosi contatti in Francia, tra cui in particolare il banchiere Claude Bonnet, tesoriere della Corte di Parma a Parigi. Al suo arrivo a Parma, Petitot fu nominato Architetto delle Fabbriche Ducali e a lui si deve il passaggio di Parma dal tardobarocco a un più aggiornato classicismo, influenzando tutte le espressioni della Corte. Il suo stile era infatti volto al classicismo temperato da grazia settecentesca. Fu un artista eclettico, che riprese il barocco declinante, esempi antichi romani, greci, egizi, a dimostrazione del suo spiccato interesse archeologico, e addirittura qualche cineseria, fondendo tutto in un unico linguaggio 53 . A Parma operò come disegnatore, incisore, urbanista, architetto di palazzi, di case, di feste e di mobili, arredatore, inventore di temi, di complessi decorativi, di oggetti, di vasi, di divertimenti intellettuali, nonché progettista di acquedotti, di mongolfiere e di bucintori. Tra le sue opere principali (per un’analisi si veda il paragrafo seguente) si ricordano gli interventi nel palazzo di Colorno, la Veneria Reale, lo Stradone con il Casino, l’Orto Botanico e il progetto per il nuovo Palazzo Ducale. Tutti questi progetti rientrarono nel generale programma di riassetto urbano voluto dalla Corte e da Du Tillot. Vi era infatti un disegno preciso iniziale, che Petitot seppe interpretare, mostrandosi un artista al perfetto servizio della Corte. 53 T assi R., 1979, p. 251

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