VOL1_Tesi_con copertina
123 5. L’Atlante Sardi Contant, ma la rendeva meno rigida, creando una maggiore concatenazione tra le parti grazie all’allargamento del viale centrale, tracciato sulla bisettrice del lotto, che fungeva da asse portante per l’intera organizzazione spaziale. Per risolvere il problema del decentramento del Palazzo, Petitot introdusse una piazza circolare centrale da cui partivano viali radiali, il principale dei quali diretto al Palazzo, che ben celavano l’angolo irregolare di innesto tra gli assi principali del giardino. Del progetto originario furono mantenuti solo le ampie terrazze alberate lungo le mura, i viali diagonali che dalla peschiera si diramavano verso gli spigoli occidentali del lotto e i lunghi viali perimetrali. Ne derivò quindi un giardino alla francese che riprendeva da vicino il Giardino delle Tuileries a Parigi 55 . Gli interventi di Petitot non si limitarono al Giardino, ma interessarono anche il Palazzo. Questo, eretto nel 1564 da Giovanni Boscoli e Gerolamo Rainardi per ordine di Ottavio Farnese su un antico mastio cittadino che costituiva la Porta del Soccorso, aveva una forma originariamente regolare con angoli a torri quadrate. L’architetto francese aggiunse due ali laterali in aggetto e ridusse tutto ad un unico stile con l’inserimento anche di decorazioni parietali da lui stesso ideate. Anche la facciata posteriore fu ampliata e risistemata, ma nel complesso il Palazzo mantenne perlopiù la sua conformazione originaria 56 . Interventi di risistemazione e armonizzazione furono messi a punto nel 1760 anche in Piazza Grande. I lavori riguardarono sia l’abbellimento e l’uniformazione dei fronti che il riassetto della pavimentazione. In modo particolare, fu uniformato il fronte settentrionale della piazza con il restyling della facciata del Palazzo del Governatore, già estesa nel tardo Seicento per unire tra loro i due isolati esistenti. Furono uniformati anche gli edifici presenti sul lato orientale tramite colorazioni omogenee, inserti e accorgimenti parietali volti a ridefinire il volto della piazza ma senza snaturarlo. Sul lato occidentale invece si intervenne sulla chiesa di San Pietro, riducendone l’aggetto sulla piazza 57 . Al posto dell’abside originario, verso la piazza fu realizzato un nuovo ingresso caratterizzato da un grande arco trionfale progettato da Petitot, che doveva riprendere il ritmo degli archi aperti nel Palazzo Comunale e di quelli esistenti sul lato meridionale 58 . Per quanto riguarda invece la pavimentazione, la piazza venne lastricata in marmo e cotto creando, tramite i giochi di materiali, la suddivisione tra la carreggiata centrale, sulla quale furono disposte due file di paracarri in marmo, e le aree laterali destinate al passeggio e al mercato periodico 59 . Procedendo lungo l’asse ideale che taglia la città da nord a sud sulla scia degli interventi architettonici e urbanistici, si arrivava allo Stradone, realizzato nel 1762 60 nella parte sud-est della città, fra la Cittadella e le ultime case. Si tratta della trasformazione in viale alberato per il pubblico ritrovo di un vecchio terrapieno che serviva da massicciata per una strada. Lo Stradone divenne quindi un luogo di incontro per l’aristocrazia locale che lì poteva godere di aree per il passeggio e per il riposo, grazie alla ricca dotazione di panchine di marmo, senza pericolo delle carrozze che correvano sulla carreggiata centrale loro dedicata. Esso era infatti diviso in corsie specializzate e si inseriva nella panoramica passeggiata sulle mura, abbellita dalla piantumazione di filari di castagni ippocastani e tigli 61 . Da una descrizione fatta da Du Tillot stesso in una lettera a Bonnet 62 si può comprendere la portata dell’intervento: «ho abbellito i nostri bastioni e l’intorno della città. Ho piantato molti gelsi, ma al basso dello spalto della Cittadella ho piantato altri alberi e fatto 55 M ambriani C., 2006, pp. 38-55 56 P ellegri M., 1965, pp. 101-104 57 C anali G., S avi V., 1978, pp. 208-210 58 T assi R., 1979, p. 257 59 C anali G., S avi V., 1978, pp. 208-210 60 La data è riportata da T assi R., 1979, p. 256 e confermata dalla lettera scritta da Du Tillot al tesoriere Bonnet il 22 agosto 1762, citata in P ellegri M., 1965, p. 106. C anali G., S avi V., 1978, p. 210 riportano invece come data il 1766. 61 C anali G., S avi V., 1978, p. 210 62 Claude Bonnet, tesoriere della Corte di Parma a Parigi. Fig. 5 Ennemond Alexandre Petitot, Planimetria del Giardino Ducale di Parma con la variante dell’étoile , 1754-56. Lapis, penna e acquerellatura su carta vergata, mm 826 x 433. Parma, Fondazione Cariparma, F 2448. ( F iaccadori G., M ambriani C., M alinverni A. ( a cura di) 2012, p. 95)
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