VOL1_Tesi_con copertina
124 5. L’Atlante Sardi mettere delle panchine. Ognuno è incantato per questo corso e si vede sempre pieno di gente» 63 . Si delineava così uno dei primi esempi di boulevard alberati e ampi (lo Stradone di Parma aveva una larghezza di 40 m e una lunghezza di 720 m) che a partire dall’Ottocento, soprattutto dopo gli interventi haussmanniani a Parigi, furono realizzati nelle principali città europee come regolarizzazione e apertura del denso tessuto medievale. A fare da punto di fuga alla prospettiva che si creava al termine dello Stradone fu realizzato, sempre da Petitot, il Casino. Concepito fin dall’inizio come luogo pubblico, questo edificio rispondeva ai bisogni della popolazione colta di incontrarsi in un luogo di ritrovo diverso dai palazzi privati, in cui poter conversare, ascoltare musica e socializzare bevendo caffè dopo una passeggiata a piedi, a cavallo o in carrozza. Data la particolare caratteristica di essere centro di attrazione per la popolazione, il casino e lo Stradone divennero due luoghi simbolo di Parma, non strettamente legati alla Corte, quanto alla vita mondana delle classi agiate parmigiane, in linea con quanto avveniva nelle altre capitali europee. Anche se situati in un luogo decentrato rispetto al centro urbano, essi divennero un centro di aggregazione molto frequentato, da cui si poteva godere della vista amena della campagna circostante dall’altura delle mura, creando così un diaframma tra la città e il suo intorno. Di questi luoghi rimangono molte testimonianze artistiche che li ritraggono nel loro splendore. Si ricorda a tal proposito un disegno acquerellato su carta di Alessandro Sanseverini che mostra il Casino animato dalla presenza dei nobili lì riuniti al termine della passeggiata. Sempre a sud della città, poco dopo la realizzazione di queste opere, fu fondato, nel 1768 da Giambattista Guatteri, l’Orto Botanico, quale risistemazione dell’ Orto dei Semplici di origine farnesiana, in cui si coltivavano piante medicinali. Nel 1793, in sostituzione dei vecchi capannoni, fu realizzata da allievi del Petitot una nuova serra, costituita da un edificio con parte centrale a forma di protiro affiancato da due ali vetrate, tutt’oggi in funzione. Accanto a questi interventi concretamente realizzati, un ben più ambizioso progetto si stava delineando nel centro della città, in adiacenza al Palazzo della Pilotta. Si trattava di un progetto per un nuovo Palazzo Reale, rimasto però solamente sulla carta, salvo le preventive demolizioni e la posa della prima pietra. L’idea della costruzione di questo nuovo palazzo prese corpo nel 1766 al fine 63 Lettera del 22 agosto 1762. ( P ellegri M., 1965, p. 106) Fig. 6 Alessandro Sanseverini, Casino dello Stradone . Disegno acquerellato su carta mm 456 x 720. ASPr, Raccolta Mappe e disegni, vol. 11, n. 45. (L’ossessione della memoria, 1998, tav. 49a).
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