VOL1_Tesi_con copertina
125 5. L’Atlante Sardi di sostituire l’originario palazzo farnesiano, sistemato dal Carlier, ormai divenuto inidoneo ad ospitare la corte. Il progetto di matrice petitotiana, prevedeva la costruzione di una grande mole addossata alla Pilotta e aperta verso un’ampia piazza prospiciente Strada Maestra di San Barnaba (attuale Strada Garibaldi). La conformazione planimetrica del palazzo riprendeva in parte i palazzi borbonici di Versailles e Parigi, anche se a scala ridotta. Sarebbe stato articolato attorno ad un corpo centrale lungo circa 50 m avanzante sulla piazza rispetto alle due ali rientranti, davanti alle quali si sarebbero sviluppate due piazze d’armi, delimitate sulla linea del fronte principale da ampie cancellate. L’edificio sarebbe stato in comunicazione con la Pilotta, la quale avrebbe continuato ad ospitare attrezzature culturali e servizi, come la biblioteca, la pinacoteca, gli archivi, le raccolte artistiche, il teatro farnesiano e le scuderie. Il palazzo avrebbe invece ospitato le abitazioni dei principi, dei dignitari di corte e gli uffici governativi. La grande piazza centrale avrebbe occupato lo spazio tra le attuali Strada Garibaldi, Via Pisacane, Strada Melloni e Via Cavour, e sarebbe stata delimitata da una cancellata lunga quasi 100 metri. Sarebbero quindi stati demoliti il Palazzo di Riserva, appena risistemato da Petitot stesso, numerose case e la Chiesa di San Cosimo su Via Cavour (allora Strada Santa Lucia) per consentire il raddrizzamento della strada in esame. Sarebbe invece stato mantenuto inalterato il convento di Sant’Alessandro, confinante a sud con il complesso 64 . La prima pietra fu posata nel 1768 e furono avviate le prime demolizioni, ma i lavori per la realizzazione del palazzo furono interrotti per la destituzione del Ministro Du Tillot, promotore dell’opera, e mai terminati, lasciando un grande vuoto denominato “piazza dei Guasti”. Si trattava di un progetto molto ambizioso ed eccedente la scala della città, la cui realizzazione avrebbe comportato un forte impatto sul tessuto urbano, uscendo dalla densa e minuta trama medievale. La sua edificazione era data per certa, tanto che il palazzo fu rappresentato come esistente nella cartografia dell’epoca, quale vanto della grandezza della corte parmense. Ma la risistemazione della città non si limitò solo alla realizzazione di questi grandi cantieri promossi dall’amministrazione centrale. Successivamente a questi, furono infatti avviati anche interventi su palazzi privati nobiliari tra i quali si ricordano quelli effettuati su Palazzo Grillo nel 1770-1774, su Palazzo Corradi-Cervi nel 1794, su Palazzo Sanvitale nel 1777-1781 e su Palazzo Soragna nel 1795-1796 65 . Furono messi a punto interventi di restyling generale della città tramite opere 64 P ellegri M., 1965, pp. 27-29. C asa E., 1894. 65 G iandebiaggi P., 2004, p. 122 Fig. 7 Ennemond Alexandre Petitot inv., Simon François Ravenet inc., Prospetti e sezioni del ducale palazzo progettato, c. 1767-68. Incisioni all’acquaforte e bulino, a inchiostro nero su carta vergata. Parma, Liceo d’arte “P. Toschi”. ( F iaccadori G., M ambriani C., M alinverni A. ( a cura di) 2012, p. 102)
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