VOL1_Tesi_con copertina

129 5. L’Atlante Sardi Per ultimo non ommetteremo di far presenti all'E.V. alcune povere Famiglie orfane di Padre, e Madre, il sostentamento delle quali per lo più dipende dai lavori di alcune nubili Figlie, la di cui onestà, pur troppo, molte volte si vende per provvedere a bisogni della Natura. Con ciò crediamo di avere pienamente sodisfatto a nostri doveri, onde senza più passiamo con profondissimo innalterabile ossequio a professarci di V .E. umilissimi servitori Parma, 16 Maggio 1765 Seraphini, Cusani, La Barthe, Sacco Viene dunque denunciata la situazione di carenza di alloggi e di inadeguatezza di gran parte di essi, con la relativa indicazione di provvedere in tal senso. L’opera di conoscenza della città fu attuata anche dalla Congregazione degli Edili, soprattutto per quanto riguarda le verifiche statiche ed estetiche sugli edifici esistenti, evidenziando i problemi nelle zone più degradate e promuovendo il loro risanamento. Parallelamente al Censimento, fu avviato il rilevamento della città di Parma, la cui necessità era evidenziata dallo stato disastroso dell’apparato catastale del Ducato, a Parma ancora basato sul Compartito Generale del 1601 e a Piacenza sull’Estimo del 1684. Le prime richieste di rinnovo degli estimi furono avanzate dal Podestà delle Valli dei Cavalieri nel 1756, lamentando un grave disordine censuario e impositivo derivante dal mancato aggiornamento degli antichi estimi, cui seguirono continue lamentele da parte di deputati di varie località dello Stato 77 . Le prime operazioni di misura iniziarono già entro il 1759 (anno di nomina a Primo Ministro di Guillaume Du Tillot) ma, per la mancanza di un’organizzazione generale e gli alti costi, esse portarono a risultati deludenti ed eterogenei. Era necessaria invece la realizzazione di uno strumento catastale moderno, ispirato ai nuovi princìpi applicati in Lombardia e Piemonte, che portasse ad un accurato rilevamento topografico del territorio, omogeneo in tutto lo Stato, per garantire oltre ad una più equa ripartizione del carico fiscale, una migliore ed oggettiva conoscenza del territorio, libera da condizionamenti derivanti da privilegi feudali o influenze ecclesiastiche 78 . Le nuove disposizioni operative furono quindi messe a punto a partire dal 1760 sotto il coordinamento del piemontese Giovan Battista Osio. I rilevamenti iniziarono nel 1763 nei territori di Fontevivo e del Cornocchio, nelle terre allodiali del Duca nel Guastallese e nel distretto di Salsomaggiore, ma furono lente e dispendiose, arrivando nel 1765 al solo completamento della carta di Fontevivo 79 . Per agevolare le operazioni, a partire dal 1765 furono assunti nuovi geometri o agrimensori che «fossero capaci di eseguire tutte le misure di terreni sia di pianura che di collina e di montagna con lo squadro o con la tavoletta pretoriana» 80 , ingaggiando anche periti provenienti da Lombardia e Piemonte, come i geometri dello Stato di Milano Paolo Bianchi e Carlo Puttini che eseguirono le piante di Rivarolo e Fornio. A partire dagli stessi anni furono redatti il Catasto di Colorno di Giuseppe Abbati, la Pianta dimostrativa del corso di tutti li cavi sotterranei della Città di Parma di Giuseppe Cocconcelli (si veda paragrafo 4.2) e l’opera principale di tale catastazione ovvero l’Atlante Sardi, relativo alla città di Parma e completato nel 1767 da Gian Pietro Sardi 81 . Il processo catastale però non fu completato sull’intero territorio del Ducato. Il sopraggiungere infatti di una crisi finanziaria nel 1770 ebbe gravi ripercussioni sul 77 Z ermani P., 1982, pp. 38-42 78 Z anlari P., 1985, p. 101 79 Z anlari P., 1985, p. 103 80 ASPr, Carteggio d’Azienda, n. 26, 1765. ASPr, Gridario 1765 (citato in Z anlari P., 1985, p. 103) 81 Z anlari P., 1985, p. 103.

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