VOL1_Tesi_con copertina
131 5. L’Atlante Sardi 5.2. Descrizione dell’Atlante Sardi È nota col nome di Atlante Sardi l’opera intitolata La città di Parma delineata, e divisa in isole colla descrizione degli attuali possessori di tutte le case, chiese, monasteri & c., dei canali, cavi, canadelle, condotti, coli, e fontane che vi scorrono sotterra ricavata dal piano originale della medesima eseguita, e compilata in quest'anno 1767 . Si tratta della raccolta, in forma di atlante appunto, di 28 fogli di mappa rappresentanti per porzioni la città di Parma, e del relativo quadro d’unione, redatti tra il 1765 e il 1767 dal cartografo Gian Pietro Sardi. Come anticipato nel paragrafo precedente, l’opera si inserisce nel programma di riforme avviato dal governo borbonico che trovò nel Ministro Du Tillot il suo principale interprete. L’Atlante fu infatti conservato dal Ministro fino alla sua destituzione nel 1771 e passò poi al governatore G.B. Arcelli, presidente della Congregazione degli Edili. L’importanza di tale opera e del suo committente principale era ben nota anche allora e la si può riassumere riportando le parole dell’Arcelli che la definisce «libro maestoso e brillante in ogni sua parte a tal segno che forma e formerà sempre una della più qualificate e grandiose sue memorie» con riferimento al Ministro appena deposto 82 . Oggi l’Atlante è conservato in originale all’Archivio Storico Comunale di Parma e ne sono state realizzate copie anastatiche nel 1993 dalla PPS Editrice di Gian Paolo Coriani 83 . 5.2.1. La figura di Gian Pietro Sardi Poche sono le notizie biografiche relative a Gian Pietro Sardi, il cartografo delineatore dell’Atlante. Nonostante infatti la sua grande importanza e i meriti che gli furono conferiti in termini di nomine e di avanzamenti di carriera, la sua personalità rimase sempre poco studiata e poco ricordata anche nelle cronache del tempo. Questo può essere in parte dovuto alla fama minore riservata ai cartografi, visti alla stregua di tecnici e quindi degni di minore considerazione rispetto agli esponenti delle principali discipline artistiche. Stridente è infatti il confronto tra l’importanza data agli accademici e quella riservata a Sardi, in realtà figure parimenti significative nella realizzazione del piano di riforma e di abbellimento della città. Strano è anche il fatto che sia dato grande rilievo a Giuseppe Abbati, disegnatore della pianta di Colorno del 1766, opera assimilabile nella riuscita e negli intenti all’Atlante in esame, mentre Sardi sia del tutto ignorato. Abbati viene infatti ampiamente menzionato nel Dizionario biografico dei parmigiani più illustri , nelle scienze, nelle lettere, nelle arti di Gian Battista Jannelli del 1877, mentre neppure un accenno è riservato a Sardi 84 . Non potendo quindi contare su un’ampia letteratura al riguardo, le notizie relative alla carriera di Sardi sono desumibili da alcuni documenti d’archivio, nei quali risulta testimonianza delle sue nomine e dei suoi avanzamenti di grado sia nel corpo degli ingegneri che in ambito militare. È presumibile che Sardi svolgesse già attività di topografo alle dipendenze del governo prima di essere assunto come delineatore ufficiale nell’operazione di rilievo della città 85 , mentre risulta più arduo mettere in relazione la sua assunzione con una risposta alla grida del 29 Gennaio 1765 86 – nella quale si chiedeva la presentazione di geometri e agrimensori in grado di rilevare i terreni con l’uso dello squadro o della tavoletta pretoriana – in quanto nei documenti Sardi non compare mai indicato come geometra o agrimensore ma come ingegnere o delineatore. È quindi plausibile che Sardi, già alle dipendenze della Corte, abbia ricevuto una 82 ASPr, Archivio Du Tillot, Edilità, fasc. 7, Lettera di Du Tillot da Colorno all’Arcelli del 30 Ottobre 1771; risposta del governatore da Parma del 31 Ottobre e 5 Novembre 1771 (citato in B enassi U., 1923, p. 102). 83 C apelli G., in “Gazzetta di Parma”, 13 dicembre 1993 84 C apelli G., 1993, p. 14 85 C apelli G., 1993, p. 14 86 ASPr, Gridario 1765, catena n. 87
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