VOL1_Tesi_con copertina

133 5. L’Atlante Sardi 5.2.2. Intenti e finalità della redazione Le finalità della redazione dell’Atlante Sardi non sono del tutto note, data la mancanza di documenti relativi alla sua realizzazione che ne indicano gli scopi e le normative da osservare. L’ipotesi più accreditata, e più plausibile alla luce della documentazione archivistica pervenuta, è quella che considera l’Atlante un vero e proprio catasto urbano, realizzato sulla scorta di quanto stava avvenendo nei vicini stati piemontesi e lombardi. Tuttavia, per comprendere l’importanza culturale di questo strumento, non sono sicuramente da tralasciare tutte le altre possibili finalità cui l’Atlante può assolvere. Altri plausibili scopi sono indicati principalmente da Franca Miani Uluhogian che vede nell’Atlante anche uno strumento di conoscenza del territorio alla base del generale progetto di riforma del Ducato portato avanti dal Ministro Du Tillot. L’Atlante può infatti essere considerato come «strumentale ad un disegno politico di razionalizzazione dell’assetto territoriale che, congiunto ad un’accurata classificazione dei beni ecclesiastici e nobiliari all’interno dell’intero ducato avrebbe potuto consentire, con mezzi adeguati d’informazione, di compiere l’illuminata opera riformatrice intrapresa da Du Tillot» 95 . In tal senso quindi l’accuratezza dei rilievi può essere vista come finalizzata alla redazione di una base cartografica attendibile e oggettivamente interrogabile per la programmazione di interventi urbani (sia singoli cantieri che interventi generali di regolarizzazione del tessuto urbano), come una sorta di primo piano regolatore della città o uno strumento tecnico di programmazione 96 . L’impiego dell’Atlante come strumento di pianificazione è ritenuto plausibile anche da Guido Canali e Vittorio Savi. Essi ritengono infatti che l’Atlante sia uno strumento di pianificazione urbana da inserire nella generale attività promossa dalla Congregazione degli Edili, dal momento che lo stesso Gian Pietro Sardi nel 1768 fu incaricato del progetto di riallineamento dei fronti lungo il tratto di Via Emilia compreso tra Porta Santa Croce e Porta San Michele 97 . Ma nonostante la reale possibilità che l’Atlante sia stato utilizzato anche per tali fini, lo scopo principale sembra essere legato alla realizzazione di un vero e proprio catasto urbano inserito all’interno del generale programma di catastazione dei Ducati. È noto infatti che le operazioni catastali iniziarono già nel 1757, in risposta alle lamentele delle Comunità che soffrivano l’iniquità della tassazione derivante dal mancato aggiornamento degli estimi 98 , e che furono poi perfezionate a partire dagli anni ’60, quando furono date disposizioni generali sull’esecuzione dei rilievi e delle stime 99 e furono emanate gride per l’assunzione di geometri e agrimensori «capaci di eseguire con esattezza tutte le misure de’ Terreni tanto di Pianura, quanto di Collina, e Montagna o con lo Squadro, o colla Tavoletta Pretoriana» 100 . Si trattava dunque di un’operazione di ampio respiro volta a rilevare topograficamente tutto il territoriodeiDucati echemoltoprobabilmentecomprendeva anche la realizzazione dell’Atlante, nonostante non vi siano riferimenti diretti al riguardo. Inoltre la delineazione completa dell’Atlante e la sua ultimazione in tempi piuttosto contenuti e all’inizio delle generali operazioni catastali ben concordano 95 M iani U luhogian F., 1988, pp. 147-148 96 M iani U luhogian F., 1981, pp. 283-284 97 C anali G., S avi V., 1978, p. 262 nota 42. 98 In particolare si ricordano la lettera del 13 Maggio 1756 del Podestà delle Valli dei Cavalieri che lamenta il sovraccarico derivante dall’estimo in vigore non aggiornato (ASPr, Carteggio borbonico, 858, Ristretto della lettera del Podestà presentato nel Consiglio del 13 maggio 1756. Citato in Z ermani P., 1982, p. 40) e lamentele da parte della Congregazione di Comuni ( Z ermani P., 1982, pp. 40-42). L’inizio delle operazioni catastali è databile tra il 1757 quando il Ministro Du Tillot chiede la «nota distinta di tutte le Ville soggette al Parmigiano, con la distinzione di quelle che sono parte al Moderno Catasto da quelle che non lo sono» (ASPr, Du Tillot, b. 20 fasc. C127bis) e il 1759 quando lo stesso Ministro chiede un ragguaglio sullo stato di avanzamento dei lavori. 99 ASPr, Du Tillot, b. 20 fasc. C127bis 100 ASPr, Gridario, catena n. 87, gride del 29 Gennaio 1765 e del 30 Gennaio 176 5 Fig. 11 ASPr, Gridario , catena n. 87, gride del 29 Gennaio 1765 e del 30 Gennaio 1765

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