VOL1_Tesi_con copertina
154 5. L’Atlante Sardi 5.2.6. Influenze dei metodi di catastazione usati in altre regioni italiane Sempre che sia corretta l’ipotesi espressa nei paragrafi precedenti, secondo la quale l’Atlante Sardi debba essere considerato come un vero e proprio catasto urbano, i metodi di catastazione eventualmente impiegati non sono noti, in quanto manca una specifica normativa di riferimento che ne illustri nel dettaglio operazioni di rilievo, di stesura delle mappe e di redazione degli estimi per il calcolo del valore censuario. Dal momento che, però, al fine della presente trattazione, l’aspetto censuario risulta di secondaria importanza, si porrà l’attenzione solamente sugli aspetti legati al rilievo e alla rappresentazione, tentando di ricostruire il metodo di redazione delle mappe. È presumibile che queste siano state realizzate secondo le normative piemontesi e lombarde, sulla base delle quali probabilmente è stata organizzata l’intera operazione di catastazione dei Ducati. È infatti documentato l’arrivo di atti da Torino relativi alla redazione dei catasti per le province di Alessandria, Valenza e Lomellina 116 . In particolare giunsero a Parma la Regia Patente e Manifesto dell’Intendente Generale d’Alessandria per la misura delle Province d’Alessandria, Valenza e Lumellina (5 Marzo 1759), i Capitoli da osservarsi da Geometri e Misuratori che intenderanno applicarsi all’esecuzione della Misura Generale nella Lumellina, con successiva formazione di Mappe, Sommarione, Catastri, e libri di trasporto per Servizio de’ Pubblici in detta Provincia interessati (1759), l’ Istruzione al Delegato dell’Ufficio dell’Intendenza Generale d’Alessandria per la pubblicazione della Mappa del Territorio (Marzo 1762) e le Regole che il Direttore della Misura generale dovrà far osservare dalli Geometri e Misuratori allorchè procederanno alle misure de’ Terreni confinanti ai Fiumi, Torrenti, Navigli, Roggie, Fossi e Strade , oltre ad esempi di colonnati, sommarioni, libri di trasporti, libri figurati e mappe del territorio. Dallo Stato di Milano era invece stata recapitata al Ministro Du Tillot una copia della relazione di Pompeo Neri 117 sullo stato di avanzamento del catasto lombardo, contenente precise indicazioni relative allo svolgimento delle operazioni catastali. Quasi sicuramente i princìpi espressi in queste norme sono stati seguiti e ripresi nella realizzazione dei catasti parmigiani e anche nell’Atlante Sardi. Se ne riscontra infatti l’applicazione nelle mappe e li si ritrova riproposti fedelmente nella normativa di Parma pubblicata nel 1781 118 per regolamentare l’avanzamento delle operazioni castali. È quindi probabile che, seppure in forma ufficiosa, tali princìpi siano stati seguiti anche nelle catastazioni degli anni ’60-’70 e ufficializzati soltanto nel 1781. Si può fare dunque un confronto tra la normativa del 1781 e quelle piemontesi e lombarde, ad esempio in riferimento ai princìpi generali che stanno alla base delle operazioni di misura. Entrambe le normative prescrivono infatti di rilevare esattamente ogni lotto, riportando misure e nome del proprietario. Sono quindi importanti la divisione particellare del territorio e il preciso rilievo topografico. 116 È conservato presso l’Archivio di Stato di Parma un documento contenente l’ Inventario dei Documenti e Disegni pervenuti da Torino, relativi alle Misure e Stime de’ Terreni eseguitesi nel Dominio di Sua Maestà Sarda, privo di data ma sicuramente successivo al 1764 in quanto sono presenti documenti relativi a quella data (ASPr, Du Tillot, Collette, b. 10 fasc. C 19) 117 Z ermani P., 1982, p. 42 118 Lettera del Ministro di Stato Gioseffo Sacco alla Congregazione dei Comuni dell’11 Maggio 1781 in cui espone le Istruzioni da osservarsi da’ Geometri e Periti che intenderanno applicarsi alla formazione degli Estimi, ossia Misura generale delle Ville dello Stato (in Raccolta metodica di leggi, decreti e regolamenti, istruzioni… 1850).
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