VOL1_Tesi_con copertina

157 5. L’Atlante Sardi Oltre ad un confronto tra le normative è possibile fare anche un paragone tra le mappe prodotte nelle tre operazioni catastali in esame, prendendo però come temine di riferimento le sole mappe urbane e tralasciando quelle rurali, in quanto irrilevanti per il confronto con il caso oggetto d’indagine. In particolare si farà di seguito riferimento al catasto lombardo, essendo stata più agevole la sua diretta consultazione, anche se, stando alle indicazioni riportate nella letteratura al riguardo, molti dei metodi di rappresentazione qui visibili sono stati utilizzati anche nelle mappe piemontesi. Osservando le mappe lombarde si vede come quelle “originali di primo rilievo” 119 , relative quindi alla prima fase dei lavori di catastazione inquadrabile tra il 1718 e il 1731 (di cui sono state analizzate a titolo esemplificativo quelle di Como e Cremona), siano meno dettagliate e più vicine come tipologia di rappresentazione alla tavola di inquadramento dell’Atlante che a quelle di dettaglio. Vi è infatti sempre la distinzione tra aree coperte, scoperte e a verde, ma prevale la dimensione dell’isolato su quella della particella, omettendo nella maggior parte dei casi la distinzione tra gli edifici e i numeri identificativi dei singoli lotti. La divisione tra le particelle, o almeno la loro indicazione tramite numeri identificativi, che caratterizza le tavole di dettaglio dell’Atlante, la si ritrova invece principalmente nelle “mappe di attivazione” 120 del catasto lombardo, ovvero quelle redatte dopo la ripresa dei lavori tra il 1749 e il 1758, anche se il grado complessivo di dettaglio è molto inferiore rispetto a quelle di Sardi, soprattutto a causa della diversa scala di rappresentazione: 1:2000 per le mappe lombarde e 1:850 per l’Atlante. Prescindendo tuttavia dalla precisa ripresa di elementi attinenti alla prima o alla seconda fase di catastazione, si vogliono analizzare motivi presenti in generale nella rappresentazione dell’Atlante che possono essere ricondotti alla catastazione lombarda. In modo particolare si sottolinea l’uso differente dei tratti e del colore degli inchiostri: inchiostro nero di china principalmente per i testi e per annotazioni varie, inchiostro rosso carminio per il perimetro degli edifici e azzurro di Prussia per i corsi d’acqua. Anche le campiture degli edifici sono riprese dalle imposizioni lombarde: edifici ed isolati sono infatti colorati con sfumatura rosa e talvolta presentano una evidenziazione maggiore di alcuni lati a simulare il rilievo dell’area 121 . Simile è anche il trattamento delle aree a verde: gli orti e i giardini sono acquerellati con diversi toni di verde, ma particolarmente significativa è la distinzione nelle aree periurbane della tipologia di rappresentazione in base alla coltura del terreno. Nell’Atlante Sardi tale distinzione tra campi arati, coltivati o lasciati a prato è presente soprattutto nelle aree intorno alle mura nella tavola di inquadramento. Anche l’uso della toponomastica è molto simile; sono infatti presenti oltre ai numeri di particella anche i nomi delle strade, dei canali e degli edifici principali come chiese e conventi. Da sottolineare è anche il trattamento di chiese e conventi e in generale di tutti gli edifici dotati di portici. Nelle tavole lombarde sono infatti sempre rappresentati tramite le micropiante, indicanti sia la sezione delle murature del piano terreno che la proiezione delle volte in copertura. Le chiese sono poi contrassegnate con una croce e colorate in giallo come nella tavola di inquadramento dell’Atlante. La rappresentazione dei portici è ottenuta tramite un tratto puntinato esterno agli edifici e ricalcante la sagoma del portico, così come avviene nella tavola di inquadramento. Il dettaglio maggiore raggiunto invece nelle tavole singole, che vede la riproduzione della tipologia di copertura, è una prerogativa dell’Atlante, non rintracciabile nelle 119 Così indicate all’Archivio di Stato di Milano 120 Così indicate all’Archivio di Stato di Milano 121 Isabella Ricci Massabò in I catasti piemontesi dei secoli VIII e XIX da strumento fiscale a documento per la “lettura” del territorio del 1983, descrive la rappresentazione cartografica: campiture pittoriche indicano destinazione d'uso diversa dei fondi, vigne, boschi, prati sono indicati con diverse sfumature di verde e simbologia varia, mentre i fabbricati sono acquerellati in rosa. Fig. 19 Confronto tra il Catasto di Como. 1720-1723. (ASMi, 663, mappa 1 foglio 1. Mappa Originale del comune censuario di Como città ) e la tavola di inquadramento dell’Atlante Sardi.

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