VOL1_Tesi_con copertina
169 6. Il Sistema Informativo Geografico Storico sulla città di Parma potendo quindi scrivere anche lettere. Questo sistema però inficiava la possibilità di ordinare per progressione numerica le particelle. Si è quindi deciso di scomporre il riferimento alla particella in due colonne: una contenente il numero intero in formato numerico, l’altra relativa al modificatore del numero in formato testuale, potendo così inserire tutte le notazioni presenti sulla fonte originale e ordinare progressivamente i record. Come accennato nel paragrafo relativo alla relazioni tra le fonti, la particella, univocamente individuata tramite la stringa alfanumerica, costituisce la chiave di legame tra dati cartografici e descrittivi, ma non costituisce l’unità minima, né grafica né descrittiva. Dal punto di vista grafico infatti ogni particella contiene al suo interno edifici e aree scoperte di pertinenza, rendendo quindi necessario far coincidere l’unità minima grafica con le aree coperte e scoperte. Per quanto riguarda invece le informazioni descrittive e l’associazione dei possessori agli edifici, l’unità minima è stata estesa per tutte le soglie al subalterno. Anche se il termine compare solo a partire dal catasto del 1940, il suo uso concettuale è presente già nell’Atlante Sardi; si trova qui infatti, in alcuni casi, la distinzione della proprietà del piano terreno rispetto a quella dei piani superiori. Alla luce di queste considerazioni, si può notare come i dati ricavati dalle varie fonti siano stati rielaborati e in taluni casi integrati per poter ricondurre tutto ad una struttura omogenea globale, che funzioni allo stesso modo indipendentemente dal particolare periodo storico di riferimento, senza però operare alcuna forzatura della fonte originaria. Oltre ai dati ricavabili direttamente, il SIT è stato arricchito di dati desumibili indirettamente, inseriti per fornire ulteriori chiavi di ricerca, aumentando le potenzialità del sistema. Ad esempio, fondamentale per interrogazioni statistiche, è la presenza di dati aggregati che consentano l’individuazione di categorie in base alle quali gli elementi sono classificabili. È il caso, ad esempio, delle tipologie assegnate ai possessori (nobile, laico, religioso) oppure dell’indicazione del sesso dei possessori o della permeabilità o meno delle aree urbane. Sono quindi stati integrati i dati con informazioni relative al sesso (desunto dal nome del possessore), alla permeabilità o meno delle aree (relativamente alle aree indicate come a verde sulla cartografia) e tabelle riguardanti le categorie sociali o la tipologia di ente, per compiere le interrogazioni sopra descritte. Altro dato aggiunto è stato il riferimento archivistico, inteso non solo come collocazione archivista, ma anche come precisa indicazione della pagina o della sezione consultata, internamente alla fonte in esame. Per quanto riguarda i dati cartografici, il riferimento è dato dall’indicazione del foglio di mappa e della fonte; per le informazioni descrittive si sono invece aggiunti dati relativi al volume e alla pagina, in accordo con la struttura del documento, necessari alla sua localizzazione. Ad esempio per l’Atlante Sardi è stato inserito solo il numero di tavola, per il catasto del 1853 il nome della sezione e il numero di pagina e per il catasto del 1901 il numero progressivo presente sul registro in associazione ad ogni voce riportata.
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