VOL1_Tesi_con copertina
1. La rappresentazione del territorio e della città 17 longitudine misurata in gradi d’arco e non più in stadi. Questa carta rappresentò il primo esempio di proiezione cilindrica equidistante (si rimanda al paragrafo 1.2.2). Essa influenzò l’opera di Tolomeo (100-178 d.C.), considerata un caposaldo della geografia classica e nota come Geographia o Cosmographia 10 . Si tratta di un’opera in otto libri in cui sono indicate le coordinate geografiche (espresse in latitudine e longitudine) di circa 8000 località. Probabilmente in origine l’opera era priva di carte, le quali furono realizzate a posteriori (1200-1300 d.C.) sulla base degli elenchi di coordinate riportati nel testo. Dall’analisi delle coordinate si evince come, diversamente da Marino di Tiro, Tolomeo abbia utilizzato un sistema di riferimento basato sul parallelo passante per il Tropico, e non più per lo stretto di Gibilterra, per poter rappresentare le nuove terre conosciute e ridurre le deformazioni. Appartenenti alla cultura romana erano anche le carte di tipo “itinerario”, cioè rappresentazioni che descrivevano le strade dirette da Roma alle varie località dell’Impero. Un esempio importante è la Tavola Peutingeriana 11 , dal nome dell’umanista e antichista Konrad Peutinger che ne ereditò una copia nel XIII secolo. L’originale, databile al 375 d.C. e dovuta forse al monaco Castorius, era composta da undici pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 cm, e mostrava 200.000 km di strade, con indicazione delle distanze in miglia, nonché la posizione di città, mari, fiumi, foreste e catene montuose. Essa non costituiva una rappresentazione fedele della realtà, ma una ricostruzione simbolica, probabilmente volta a illustrare la rete viaria pubblica sulla quale si svolgeva il traffico dell’Impero. La tavola riproduceva tutto l’Impero Romano, il Vicino Oriente e l’India, indicando il Gange e lo Sri Lanka 10 Opera risalente al II secolo d.C., quasi dimenticata per tutto il Medioevo e riscoperta alla fine del Trecento dall’umanista bizantino Manuele Crisolora. Data la sua grande importanza fu ristampata fino all’inizio del Cinquecento e pose le basi per lo sviluppo della moderna geografia. Si è fatto riferimento a D all ’A cqua M., V ecchiarelli V.A., 1979, p. 11; M onti C., V itelli E., 1981, p. 486; M igliaccio F., 2007, p. 4; B oido C., 2010, pp. 55-56. 11 Per la trattazione della Tavola Peutingeriana si è fatto riferimento a D occi M., M aestri D., 1993, pp. 30-33; D all ’A cqua M., V ecchiarelli V.A., 1979, p. 11; M igliaccio F., 2007, pp . 4-5; R onconi A., Peutingeriana, tavola, in Enciclopedia Italiana, 1935 <http://www.treccani.it/ enciclopedia/tavola-peutingeriana_(Enciclopedia_Italiana)/> Fig. 3 Composizione delle pergamente componenti la Tabula Peutingeriana. 375 d.C. (http://luciodp.altervista.org/ )
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