VOL1_Tesi_con copertina

1. La rappresentazione del territorio e della città 20 1.1.2. Dal XV al XVII secolo Sulla scorta del rinato sentimento di centralità dell’uomo e di importanza della città, le produzioni di Cimabue e Giotto fecero da modello compositivo alle vedute urbane che si diffusero nel Rinascimento. Anche nelle rappresentazioni quattrocentesche infatti la città fu raffigurata dando risalto agli elementi identificativi, quali il campanile, la cattedrale, il battistero, gli edifici civili principali, ma con intenti autocelebrativi. Si diffusero le cosiddette “vedute dal vero”, ossia immagini di città restituite a partire dall’osservazione diretta del reale, particolarmente realistiche e topograficamente attendibili. Il metodo di rappresentazione utilizzato fu sempre più spesso la prospettiva, teorizzata a Firenze nei primi anni del 1400 da Filippo Brunelleschi. La città divenne il soggetto di affreschi nelle dimore di personaggi influenti o di pubblici uffici, al posto prima destinato alle vedute paesaggistiche. Erano rappresentazioni senza finalità divulgative, destinate quindi a chi già conosceva questi centri, residenti o viaggiatori che già avevano avuto occasione di visitarli. Esempio emblematico di tale approccio sono gli affreschi dell’ Allegoria del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, conservati nel palazzo pubblico di Siena. Un’altra modalità di rappresentazione della città era quella che vedeva la realizzazione di tavole dipinte; a titolo esemplificativo si ricordano per Napoli la tavola Strozzi (1486-87) e per Firenze la tavola attribuita alla bottega di Francesco Rosselli (1489-95). A differenza degli affreschi, le tavole potevano essere trasportate da un luogo all’altro e dunque permettevano una circolazione, anche se ristretta, dell’immagine della città stessa. Oltre alla diffusione di queste raffigurazioni, l’ imago urbis si propagò soprattutto grazie all’invenzione della stampa, che moltiplicò descrizioni e illustrazioni che riproducevano l’immagine stereotipata dei centri urbani. Nacque un vero e proprio mercato legato alla realizzazione di xilografie, generalmente rozze e semplificate, che raggiunsero tuttavia in alcuni casi livelli di qualità, come nel caso della cosiddetta Pianta della Catena di Francesco Rosselli 16 , risalente al 1472 e rappresentante la città di Firenze incorniciata da una catena chiusa da un lucchetto, da cui appunto il nome. Si tratta di un elaborato topograficamente attendibile che ebbe grande diffusione e fu alla base delle successive rappresentazioni di Firenze, diventandone una sorta di modello. Per quanto riguarda i testi divulgativi, questi erano per la maggior parte privi di corredo iconografico e si limitavano alla descrizione testuale delle città. Fa eccezione il Liber Chronicarum di Hartmann Schedel 17 edito nel 1493 a Norimberga in latino e tedesco. Si tratta di un grosso in-folio che ripercorre la storia del mondo dalla creazione fino alla data di pubblicazione. Contiene descrizioni e rappresentazioni di città, non sempre attendibili e spesso ripetute ma spacciate per luoghi diversi. Si riscontra un’attendibilità variabile delle illustrazioni, legata al grado di conoscenza della città in oggetto. I centri principali, quali Roma, Gerusalemme o Costantinopoli, generalmente più conosciuti, sono meno viziati da errori di riproduzione. Analoga considerazione può essere fatta per le città tedesche, patria dell’editore, che presentano una buona attendibilità topografica e sono il risultato di rilievi. Nonostante le imprecisioni sopracitate, il Liber Chronicarum può essere considerato come un primo tentativo di rappresentazione realistica della città e il suo successo editoriale testimonia la presenza di un vasto pubblico erudito interessato al tema. A riprova del buon accoglimento da parte del pubblico riservato alle opere divulgative, può essere considerata la grande produzione di cosmografie e raccolte di itinerari ( Grand Tour ) avvenuta a partire dal Cinquecento. Si sviluppò un fiorente commercio di atlanti e descrizioni di viaggi per l’Europa con meta privilegiata l’Italia. A riprodurre le città italiane e a diffonderne la conoscenza erano però soprattutto 16 Per la trattazione della Pianta delle Catena si è fatto riferimento a D e S eta C., 1985, pp. 1-23; B oido C., 2010, p. 61. 17 D e S eta C., 1985, pp. 23-26

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=