VOL1_Tesi_con copertina
1. La rappresentazione del territorio e della città 24 1.1.3. XVIII e XIX secolo: il rilevamento sistematico del territorio Con l’inizio del XVIII secolo erano già stati fissati tutti i principi scientifici che stanno alla base della moderna cartografia, come la forma ellissoidica della terra e la diminuzione della forza di gravità procedendo verso l’equatore 26 . Le imprecisioni nella rappresentazione del globo terrestre riguardavano ormai solo le aree ancora inesplorate 27 . Si diffuse in questo periodo anche la rappresentazione altimetrica del territorio con l’introduzione delle curve di livello (o isoipse), linee indicanti punti alla stessa quota sul livello del mare, che sostituirono la rappresentazione stilizzata dei rilievi e la tecnica del tratteggio e dell’ombreggiatura. La prima carta con indicazione delle curve di livello fu pubblicata in Francia nel 1731. Altra innovazione fondamentale fu la standardizzazione, nel 1791, delle unità di misura tramite la riduzione di tutte le varianti locali ad una sola unità convenzionale: il metro, inteso come quarantamilionesima parte del meridiano terrestre, misurato tramite operazioni di triangolazione. La Francia fu all’avanguardia anche nella realizzazione della cartografia di Stato 28 ; fu infatti il primo stato a dotarsi di una carta nazionale moderna. Questa, realizzata da quattro generazioni della famiglia Cassini e terminata nel 1789 da Jean Dominique Cassini 29 , riproduce in 182 fogli tutto il territorio francese in scala 1:86400. Successivamente anche gli altri principali stati europei iniziarono il rilevamento sistematico del territorio sia a scopi di controllo fiscale che politico- militari e fondarono i primi Istituti Cartografici Nazionali (1791 in Inghilterra, 1817 in Francia, 1872 in Italia). Anche in Italia, sulla scorta di quanto avveniva nel resto d’Europa, iniziarono i primi rilevamenti e le prime misurazioni per stabilire il meridiano fondamentale su cui basare tutte le cartografie. Si ricordano le misurazioni di Boscovich, su incarico di Benedetto XIV, eseguite tra il 1750 e il 1753 allo scopo di stabilire l’arco di meridiano fra Roma e Rimini, quelle di Beccaria iniziate in Piemonte nel 1762 e quelle di Brera, De Cesaris e Reggio per determinare la base della rete di triangoli sui cui poggiare la nuova cartografia del Gran Ducato di Milano. In questo modo venne creata una rete fondamentale, detta del 1° ordine, che ricopriva tutto lo stato italiano e costituiva l’ossatura indeformabile per ogni altro lavoro geodetico e topografico. Su questa vennero poi appoggiate reti a maglie minori, del 2° e 3° ordine, per inquadrare i vari rilievi catastali. Tra questi il più famoso è quello della Lombardia (si veda il capitolo 2), ordinato da Maria Teresa d’Austria e realizzato a partire dal 1718. Per quanto concerne invece il disegno della città, a partire dal XVIII secolo la rappresentazione divenne quasi esclusivamente zenitale. La città veniva rappresentata dall’alto nelle sue dimensioni reali, delineando chiaramente sia il reticolo stradale che gli edifici senza le distorsioni o i problemi di sovrapposizione tipici della prospettiva. L’edificato era rappresentato rigorosamente in due dimensioni. In questo modo, se da un lato si perdevano informazioni di carattere volumetrico e altimetrico, dall’altro aumentavano la chiarezza e l’attendibilità delle planimetrie. Dal momento che queste non erano più legate alla divulgazione dell’immagine della città o agli intenti di magnificenza del principe, quanto alla conoscenza del territorio per un impiego in chiave urbanistica, per accertamento del patrimonio immobiliare a fini fiscali o quale strumento di governo, era necessaria una maggiore oggettività delle rappresentazioni. Questa maggiore attendibilità era ottenuta, oltre che attraverso il particolare metodo proiettivo e il rilievo diretto del territorio, anche tramite accorgimenti legati alla rappresentazione grafica in sé. Erano infatti carte che presentavano buona cura e precisione nel disegno, sia per 26 L’ipotesi di forma ellissoidica della terra di deve ad Isaac Newton (1642-1727), poi dimostrata sperimentalmente dall’astronomo francese Jean Richer (1630-1696) nel 1672. 27 M onti C., V itelli E., 1981, p. 493 28 Per la nascita della cartografia di Stato e il rilevamento sistematico del territorio intrapreso in quegli anni si vedano M igliaccio F., 2007, p. 7; M onti C., V itelli E., 1981, pp. 496-499; B occoncino M., 2010, pp. 102-104. 29 F rasca F., 2003.
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