VOL1_Tesi_con copertina

1. La rappresentazione del territorio e della città 32 • Carte equidistanti , quando le distanze restano invariate • Carte afilattiche , quando presentano tutte e tre le tipologie di deformazione che però risultano molto contenute Degna di nota è l’impossibilità di realizzare carte equidistanti in ogni punto dell’area cartografata, in quanto l’equidistanza può essere garantita solo lungo particolari direzioni della carta e non su tutto il piano. La scelta del tipo di proiezione varia in funzione dello scopo e del contenuto della mappa che si vuole ottenere. Le rappresentazioni più utilizzate sono quelle conformi in quanto rispondono alle esigenze della maggior parte degli utilizzatori delle mappe, consentendo di misurare correttamente gli angoli senza alcuna preventiva correzione. Anche l’ubicazione e l’estensione dell’area da cartografare influiscono su tale scelta. Per territori che si sviluppano lungo fasce equatoriali è indicata una rappresentazione ottenuta tramite proiezioni cilindriche, per territori che si estendono per fasce parallele sono indicati i sistemi conici, mentre per rappresentare le due calotte polari si utilizzano le proiezioni stereografiche. Al fine di ottenere una corretta rappresentazione cartografica, oltre a definire il metodo proiettivo è importante stabilire la scala di rappresentazione e le convenzioni grafiche attraverso cui restituire l’immagine del reale 35 . Nel passaggio dalla realtà alla carta è ovviamente indispensabile ridurre la superficie terrestre. Il fattore di riduzione applicato è definito fattore o rapporto di scala (1:n dove n è il numero di volte di cui viene ridotta la distanza topografica fra due punti). La scala della carta è detta nominale in quanto non si mantiene costante su tutto il piano della rappresentazione, ma varia leggermente da una zona all’altra. Si assume come suo valore quello presente lungo i punti o le linee di tangenza alla superficie di riferimento (che presentano distorsione nulla). Dalla scala di rappresentazione adottata discendono il grado di dettaglio, la precisione, la distanza tra le curve di livello (generalmente equidistanza pari a 1/1000 della scala) e la tipologia dei segni convenzionali adottati. L’accuratezza indica l’errore massimo ammesso e fa riferimento sia alla precisione che al dettaglio delle informazioni acquisite. È correlata al fattore di scala e si determina moltiplicando il denominatore della scala di rappresentazione per 0,2 - 0,4 mm. Quindi, ad esempio, in una mappa in scala 1:10.000 l’errore massimo ammesso è di 2-4 metri sul terreno. La normativa italiana ritiene accettabile un errore pari a 0,4 mm grafici, considerando l’incapacità dell’occhio umano di cogliere dettagli di ampiezza inferiore a 0,2 – 0,3 mm grafici e tenendo presente la possibilità di errori di graficismo, dipendenti dallo spessore minimo del tratto usato nel disegno della carta. Le carte riproducono i fenomeni e gli oggetti in modo astratto e si fa uso di una opportuna simbologia per riproporre tali elementi. Al variare della scala variano la tipologia, il numero e la modalità di rappresentazione degli oggetti. Il processo di selezione delle informazioni da restituire e di come disegnarle è detto “generalizzazione” e prevede l’eliminazione di dettagli irrilevanti in funzione dello scopo della carta e della scala di riduzione adottata, enfatizzando invece quelli ritenuti fondamentali. La “generalizzazione” avviene attraverso la scelta degli elementi lineari e della superficie da rappresentare e tramite la loro successiva riproduzione in modo chiaro per mezzo di processi di semplificazione, fusione e rimozione. È importante sottolineare che al diminuire della scala di rappresentazione le informazioni si riducono e si riduce anche il grado di dettaglio usato nella simbologia; il contrario succede all’aumentare della scala. Da queste considerazioni si evince come la quantità di informazioni desumibile da una carta varii in base alla scala e sia ad essa strettamente correlata. Il modo di rappresentare gli elementi e il numero degli stessi cambiano a seconda della finalità precipua di ogni mappa, ma anche, e soprattutto, del fattore di riduzione. 35 M igliaccio F., 2007, pp. 34-35; B occoncino M., 2010, pp. 78-79.

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=