VOL1_Tesi_con copertina

1. La rappresentazione del territorio e della città 42 1.3. Evoluzione delle metodologie e degli strumenti di rilievo topografico 1.3.1. L’evoluzione delle metodologie di rilievo Per rilievo topografico si intende un processo conoscitivo critico del territorio al fine di una corretta rappresentazione di tutte le sue particolarità sulla carta e in modo che siano possibili misurazioni. Anche se con strumentazione ancora poco avanzata e con metodologie piuttosto empiriche, il rilievo topografico si diffuse in tempi antichi. Se ne ha infatti notizia già dall’epoca egizia 52 , quando veniva impiegato per la corretta determinazione dei confini e per il loro tracciamento su mappe, al fine di ricostruire la trama delle proprietà dopo le inondazioni del Nilo. Grande importanza era data agli architetti-agrimensori che svolgevano tale professione. Essi infatti appartenevano alla casta sacerdotale e in virtù di questo occupavano un ruolo di previlegio nella società. L’appartenenza a questa classe non era casuale; erano infatti i sacerdoti a detenere le cognizioni di natura astronomica, aritmetica e geometrica alla base delle misurazioni e delle rappresentazioni territoriali. Inoltre la loro vicinanza al Faraone li rendeva idonei a svolgere un ruolo nevralgico per il governo dello stato. Gli egizi erano in grado di effettuare misure lineari, tracciare allineamenti, traguardare e compiere livellazioni. Si trattava quindi prevalentemente di misurazioni dirette del territorio effettuate con strumentazione semplice, ma comunque in grado di fornire risultati attendibili. Per quanto riguarda invece il rilievo indiretto e la determinazione di distanze tra punti inaccessibili, grande importanza ebbero le scuole greche 53 che portarono all’invenzione di strumenti appositi. Utili in tal senso furono anche il perfezionamento delle conoscenze geometriche, basate soprattutto sulle similitudini fra triangoli, e l’uso delle ombre e della diversa inclinazione dei raggi solari. Tra le personalità di spicco si ricordano Talete di Mileto, Ecateo, Erone, Dicearco, Eratostene, Tolomeo, ma più che ai rilievi topografici i greci si rivolsero agli studi di astronomia e geodesia. Fu invece con il pragmatismo romano che il rilievo topografico tornò ad assumere importanza 54 . La redazione dei catasti e delle mappe, quali utili strumenti di governo delle colonie, poneva problemi relativi alla misurazione e alla rappresentazione del territorio. Si svilupparono vere e proprie scuole di agrimensura che formavano tecnici specializzati nel rilevamento: i mensori , agrimensori o gromatici , dal nome groma dello strumento usato per i tracciamenti. La formazione era volta sia a far progredire le conoscenze scientifiche sulla materia, formando tecnici impiegati nella pubblica amministrazione, sia a sviluppare gli aspetti pratici ed esecutivi dei rilievi sul campo. La specializzazione era tale da permettere, oltre al rilevamento classico di aree di forme geometriche varie, la determinazione di distanze tra posizioni inaccessibili sfruttando il tracciamento di triangoli rettangoli uguali. Le operazioni principali cui i gromatici erano chiamati erano il tracciamento del perimetro degli immobili ( limitatio ), il ripristino dei confini ove venuti meno ( limitis repositio ), il collocamento dei caposaldi per il tracciamento di nuovi confini ( terminatio ), ma soprattutto la progettazione e il tracciamento delle centuriazioni. Tra le tecniche di rilievo più utilizzate si ricordano le cosiddette “coltellazioni” e il metodo delle “ascisse e ordinate ortogonali”. Le “coltellazioni”, effettuate mediante l’uso di pertica e filo a piombo, venivano impiegate nel rilievo dei pendii e consistevano nel procedere suddividendo il terreno in fasce verticali e determinando il dislivello tra i punti iniziale e finale di ogni porzione, riducendolo sempre a una misura orizzontale e una verticale. Importanza fondamentale aveva il posizionamento dello strumento di misura lineare (generalmente aste o canne graduate) in orizzontale o appunto “di coltello” da cui il nome “coltellazioni”. Le distanze dovevano essere infatti ridotte all’orizzonte e tramite l’uso di fili a piombo veniva 52 M onti C., V itelli E., 1981, pp. 482-486; D occi M., M aestri D., 1993, pp. 7-12. 53 D occi M., M aestri D., 1993, p. 12. 54 Per la trattazione dell’agrimensura in epoca romana si è fatto riferimento a M onti C., V itelli E., 1981, pp. 487-491; D occi M., M aestri D., 1993, pp. 17-20.

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