VOL1_Tesi_con copertina

62 2. Analisi storica dei catasti dello stato milanese, per un totale di 2387 fogli di mappa 37 aggregati in otto quadri di unione provinciali. Le operazioni di misurazione erano guidate da Giovanni Giacomo Marinoni (1676-1755), matematico di corte, che introdusse l’uso della tavoletta pretoriana e portò alla formulazione dei criteri per la rappresentazione grafica dei terreni 38 . Altra novità fondamentale fu l’abbandono dell’estimo diretto dei lotti con attribuzione di uno specifico valore ad ogni terreno e l’introduzione della stima per categorie di coltura (classi, nella terminologia corrente qualità) e per gradi di bontà (squadre, nella terminologia corrente classi). Si arrivò quindi ad un’astrazione e ad un’omogeneizzazione delle varie particelle in base a caratteristiche comuni utili ai fini censuari e venne attribuito un valore ad ognuna di queste categorie, prescindendo dalla specificità di ogni appezzamento 39 . Le indicazioni per la redazione di questo catasto erano molto dettagliate e contenute nel decreto istitutivo del 1718. Provenivano direttamente da Vienna, allo scopo di uniformare il più possibile i documenti e far sì che l’opera fosse un prodotto statale volto a superare i particolarismi locali. I documenti erano costituiti, oltre che dalle mappe , dalla tavola d’estimo ovvero l’elenco delle particelle ordinate per numero di mappa con i relativi possessori e attributi, dal catastino in cui venivano indicati tutti i possessori ed i relativi beni posseduti, contrassegnati da numero di mappa, superficie ed estimo, e, infine, dal libro dei trasport i per consentire l’annotazione delle volture e l’aggiornamento del catasto 40 . Sempre in territorio lombardo a questo catasto seguì il cosiddetto Nuovo censo milanese, noto anche come catasto del Lombardo-Veneto, realizzato a partire dal 1815 con operazioni di rilevamento concentrate principalmente negli anni 1823-1825. Tale catasto interessò i territori privi del precedente catasto Teresiano, in quanto annessi al Regno Lombardo-Veneto dopo la Restaurazione, e fu successivamente 41 esteso anche ad altri territori in sostituzione dell’antico censo già vigente. Si tratta di un catasto ispirato agli stessi princìpi di quello teresiano e differente solo per quanto riguarda i canoni estimativi, espressi nell’Antico censo in valore capitale derivante dalla capitalizzazione al 4% della rendita stessa e nel Nuovo censo in termini di reddito 42 . Per quanto riguarda invece la redazione delle mappe la novità risiedette nell’inserimento dei dati topografici all’interno di una rete costituita da punti fissi individuati a livello comunale, ma estesa anche ai comuni limitrofi e collegata alle reti geodetiche di inquadramento 43 , che iniziavano ad essere tracciate in quegli anni nel nord Italia. In riferimento al rilievo geometrico, invece, i princìpi seguiti furono del tutto identici a quelli precedenti. A titolo esemplificativo si riporta un estratto di tali indicazioni riguardanti gli strumenti di rilievo e la stesura delle mappe, che può essere concettualmente esteso anche all’Antico censo milanese: «La tavoletta pretoriana con i cilindri 44 è lo strumento che sarà adoperato dal geometra per la formazione delle mappe. Lo specchio o tavola del detto stromento non dovrà essere minore di palmi sette e diti sei lunghezza, e di palmi sei larghezza. I cilindri saranno applicati al lato maggiore dello specchio. […] L’Alidada dovrà 37 Z angheri R., 1980, p. 118 38 Z aninelli S., Il nuovo censo dello Stato di Milano dall’editto del 1718 al 1733, Milano 1963 , p. 42. Citato in Z angheri R., 1980, p. 112 39 Z angheri R., 1980, p. 119 40 O livieri M., 1981, pp. 52-53 41 Dal 1854 il catasto venne esteso ai territori di vecchio censo dell’Alta Lombardia. In particolare fu attivato nel 1864 in 25 comuni bergamaschi e in cinque comuni mantovani, nel 1873 in 209 comuni dell’alto Milanese, nel 1876 nell’intera provincia di Como e a partire dal 1877 i lavori furono iniziati anche nella bassa Lombardia. ( O livieri M., 1981, p. 55) 42 M onti C., V itelli E., 1981, p. 500. 43 O livieri M., 1981, pp. 55-56 44 Per un approfondimento sulla tavoletta pretoriana si veda il paragrafo 1.3.2. La tavoletta con i cilindri era dotata di due cilindri in legno duro sui lati maggiori intorno ai quali avvolgere le mappe.

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