VOL1_Tesi_con copertina
64 2. Analisi storica dei catasti 2.2.3 I catasti napoleonici Rispetto a questi esempi straordinariamente all’avanguardia per i tempi, i catasti che si svilupparono in Italia durante la breve parentesi del governo francese 46 rappresentarono un’inversione di tendenza. Questo soprattutto per quanto riguarda la prima serie di catasti napoleonici redatti tra il 1803 e il 1807. Si trattava infatti di catasti per masse di coltura, preferiti a quelli particellari per ragioni di risparmio economico connesse alle operazioni di rilievo, per ragioni contingenti legate alla necessità di eliminare le disparità di imposizione tra i vari comuni, ritenuta prioritaria rispetto alla garanzia di un’equa ripartizione tra i singoli cittadini, nonché per ragioni pratiche derivanti dal più facile aggiornamento senza l’indicazione continua di tutti i cambi di proprietà 47 . Le fasi di catastazione si divisero in arpentage , ovvero misurazione delle superfici con uguale qualità di coltura e loro rappresentazione geometrica, e in expertise ossia operazioni di stima 48 . Questi catasti riguardarono solo alcuni comuni estratti a sorte all’interno dei dipartimenti 49 , e principalmente concentrati nell’area piemontese. La catastazione fu invece estesa a tutti i dipartimenti diventando più capillare e strutturata a partire 46 Si fa riferimento al periodo 1805-1814 in cui fu costituito il Regno d’Italia sotto Napoleone Bonaparte, comprendente l'Italia centro orientale e buona parte del settentrione. 47 L egaz A., R emacle C., 2008, pp. 157-161 48 B riante P., 2008, p. 83 49 L egaz A., R emacle C., 2008, p. 159 Fig. 5 Catasto napoleonico di Torino per masse di coltura. ( B riante P., 2008, p. 86)
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