VOL1_Tesi_con copertina
95 4. Evoluzione storica della rappresentazione della città di Parma tecnici a collegare tra loro tramite linee rette i punti realmente battuti senza ipotizzare l’andamento dei tratti intermedi 20 , oppure al prevalere delle razionalizzazione generale derivante dalla concezione urbanistica rinascimentale 21 . Sono presenti anche numeri e lettere di rimando alla legenda esplicativa contenuta nella Tavola delli luoghi più notabili della città riportata a fianco della planimetria. I luoghi principali sono contrassegnati con lettere, le chiese con “numeri rossi”, le piazze e le strade con “numeri morelli” e i restanti luoghi con numeri neri 22 . Testuale è anche la descrizione della scala, elemento di novità, e quindi non espresso solamente in simboli, ma dotato di un’accurata descrizione che ne spiega la funzione: «questa scala è longa pertiche ducento di brazza sei l’una parmigiane, con la quale si è proportionato la presente Ichnografia; nella quale volendo sapere le distantie di qualsivoglia luogo, si conoscono con il compasso sopra questa scala, tanto dentro, come fuori della Città» 23 . L’originale della pianta è andato perduto durante i bombardamenti che interessarono la Pilotta nel 1944. Ne restano alcune copie, di cui una è conservata presso l’archivio fotografico dell’Ente Provinciale per il Turismo di Parma. Questa copia non riproduce interamente l’originale, ma taglia la parte di territorio esterna alla cerchia muraria e due bastioni esterni alla Cittadella. Altre due copie sono conservate all’Archivio di Stato di Parma e risalgono al Settecento 24 . La copia più attendibile e completa è conservata nel Museo Nazionale di Parma ed è opera di Aristide Soncini risalente al 1883 25 . Solo poco prima del 1978 è stata inoltre ritrovata una pianta autografa dello Smeraldi datata 11 maggio 1592, probabilmente una bozza della planimetria poi realizzata 26 . La pianta dello Smeraldi, così come si può desumere dalle copie e dalla descrizione dell’Almagià, risulta particolarmente importante sia per la tecnica realizzativa, che consente un grado di attendibilità e correttezza geometrica decisamente sorprendente per l’epoca, sia perché porta un’innovazione nella concezione cartografica; la pianta non rimane più un semplicemezzo di registrazione dello stato dei luoghi, eventualmente legato a intenti celebrativi, ma diventa uno strumento di pianificazione urbanistica, così come emerge dalla dedica al Duca fatta dall’autore 27 . Parallelamente alle riproduzioni legate alla fortificazione e allo sviluppo della città, in accordo con la tradizione rappresentativa del Seicento di cui la pianta dello Smeraldi costituisce un’eccezione, nel XVI secolo si diffusero vedute urbane che avevano lo scopo di divulgare l’immagine di Parma fuori dal Ducato. Si trattava di immagini prospettiche che non evidenziavano le caratteristiche del tessuto urbano, ma davano un’immagine spesso fantasiosa e approssimativa, riproducendo solo gli edifici e gli elementi simbolo della città universalmente riconoscibili. Non erano vedute volte a diffondere la conoscenza della città da un punto di vista scientifico e di analisi urbanistica, ma miravano alla mera divulgazione dell’emblema della capitale come bella e forte, al di là della sua consistenza reale. Grande importanza nella diffusione e riproduzione di queste immagini ebbe la stampa; le carte venivano disegnate, poi incise in copia su rame o legno, quindi stampate e commercializzate. Si venivano quindi a creare quatto figure specializzate: l’esecutore o disegnatore che tracciava in prima istanza il disegno, 20 A dorni B., 1980, p. 391 21 Z anlari P., 1985, p. 155 22 Introduzione esplicativa alla Tavola delli luoghi più notabili della città scritta dallo Smeraldi, come testimoniato da Umberto Benassi, che potè esaminare l’originale, nel Catalogo dell’Esposizione di Cartografia Parmigiana e Piacentina del 1907. 23 M iani U luhogian F., 1984 p. 81 24 Una copia è stata realizzata da Agostino Sardi ed è conservata in ASPr, Mappe e Disegni, Vol. II, n. 61, l’altra copia, realizzata da un disegnatore ignoto, è conservata in ASPr, Mappe e Disegni, Vol. II, n. 15. 25 A dorni B., 1980, p. 392 26 R icci F. M., 1998, p . 36 27 M iani U luhogian F., 1984, p. 30
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=