Burgio_Il monastero di S. Ulderico

L’11 gennaio 1900, Vescovo Francesco Magani, il Vicario Generale della Dio- cesi Mons. Guido Maria Conforti fece la ricognizione delle spoglie mortali della suora e vennero trovate le sue ossa avvolte in una tela di seta verde. E così leggendo il Mancini apprendiamo che la religiosa era “ piccola di sta- tura e di sembiante affatto gentile ”, tanto che, al momento di decidere se accoglierla nel Monastero, la maggior parte delle monache era rimaste dubbiose “ perché riputandola, per la piccolezza della statura, non troppo abile alle faccende laboriose del monistero ”. Con queste caratteristiche la riconosciamo ritratta nella lunetta in que- stione. [fig.16] Nella raffigurazione troviamo inoltre il riferimento ad un episodio partico- larmente significativo della sua santità, sempre riportato dal Mancini. Erano circa passati due lustri dalla professione a monaca, che Margherita intraprese un digiuno di sette anni a solo pane e acqua, a sollievo dei pec- catori. Nel quarto anno del digiuno fu vista dalle consorelle con un officio bellissimo, coperto di velluto cremisino, con fili d’oro, un officio della B. Vergine che recitava e teneva in mano, lei che non sapeva leggere, e le monache si convinsero che glielo aveva donato direttamente Gesù Cristo, tanto che sull’arca, dove rimase sepolta per 140 anni, era raffigurata “ con l’Officio sotto il braccio genuflessa davanti all’Immagine della Beatissima Vergine, che al piè della Croce del suo figlio tien nelle braccia l’esanimato cadavere ”. Il Mancini afferma che non si sa che fine ha fatto questo messale, se fosse stato seppellito con lei, e, quale prova della sua santità, che si narrava che il diavolo cercò di strapparglielo e lo gettò nel fuoco, e lei lo riprese, senza alcun danno per la mano. [fig.19] Della Venerabile esiste un piccolo dipinto conservato in sagrestia, che la ritrae in abito di monaca professa, con il famoso officio sotto il braccio e con lo sguardo rivolto al crocefisso stretto tra le mani, ad indicare la sua profonda devozione a Gesù. [fig.20] Ma soprattutto degno di nota è il racconto che l’autore fa della vita di Suor Margherita nel monastero, consistente in orazioni, digiuni e altre virtuose mortificazioni, osservando un silenzio quasi continuo, senza curarsi se da alcune monache era considerata, come da suo padre, o spiritata o pazze- rella, e che ci ha consentito di datare il ciclo pittorico della loggia superiore. 24

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