Burgio_Il monastero di S. Ulderico

lo studioso Carlo Cesare Malvasia - Le pitture di Bologna 1686 - dice aver contato su oltre 200 allievi), attiva fin dai primi del ‘500 presso l’abbazia benedettina di San Giovanni Evangelista. Il Francia, come rilevato da L. Fornari Schianchi, “ si muove nel secondo de- cennio del ‘500 sulle orme dei toscanismi vissuti nel profondo della stessa terra d’Emilia, come naturale sviluppo delle tendenze centroitaliane peru- ginesche, assimilando e rielaborando forme suggerite da altre personalità ”. Come evidenziato dalla Chiusa, Araldi stesso “ agli esordi della propria carriera ancora entro le coordinate del secondo Quattrocento, si palesa direttamente affiliato a Bologna, guardando al Costa, a Jacopo, Giulio e Francesco Francia, e ad Amico Aspertini ”. Possiamo affermare che nelle nostre rappresentazioni si ritrova quel sen- timentalismo religioso proprio di Lorenzo Costa e del Francia, tipico, se- condo Carlo Argan, dell’ambiente emiliano prima di Correggio, mentre av- vertiamo nell’impianto compositivo, ad esempio della Crocifissione e del Compianto, precisi rimandi al Perugino. Vogliamo concludere questo intervento, avanzando un’ulteriore ipotesi, che per ora vuole essere solo uno spunto per altre riflessioni e indagini: se la paternità degli affreschi non fosse da attribuire ad un uomo, ad un autore, ma ad una donna, se l’autrice cioè fosse una monaca che viveva in quegli spazi? Ricollegandoci a quanto più sopra esposto, come confermato da molti re- centi studi e iniziative dedicate alla creatività conventuale, nei conventi le donne avevano, più che nella famiglia e nel matrimonio, la possibilità di col- tivare i propri interessi e le proprie doti artistiche e creative. Nei conventi di clausura erano attive moltissime suore pittrici che con le loro opere non solo hanno contribuito ad arricchire il patrimonio artistico italiano, ma in alcuni casi, come quello della domenicana fiorentina suor Plautilla Nelli (1524-1588) la prima celebre pittrice fiorentina , ma anche la prima suora pittrice di cui si ha notizia da fonti autorevoli, quali il Vasari, e alla quale fu attribuita anche una “’Adorazione dei Magi” della collezione Tacoli Canacci in Galleria Nazionale di Parma, anche al mantenimento economico dei loro conventi: infatti suor Plautilla si mise a capo di una fiorente bottega di altre suore pittrici e scultrici, delle quali si conoscono anche i nomi, che realizzavano sia dipinti che sculture in terracotta. Attività importantissima per l’economia e la sopravvivenza stessa del fiorentino convento dome- 37

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