CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
'«»%?" "• rfnipfmyr - 108 Ofleruatîoni • - s ] altro vafo con la tutta, Se gettate via quell'acqua con quella parte fottile dì terra * poi quella grafiezzaouer fpiuma che (opra vi nota , la mettete in alcun altro vafo, & quefto deuefi fare con facilità , inguifa che (epariate la parte più fottile dalla terra , laquale deJ : feende nel fondo del vafo , & gettate via quella acqua due , ò tre volte finche punto dì graffezta (opra non vi nuota , quindi gettate via l'arena. Ma il reftante che hauete falua-* te lo lafciate andar à fondo. Allhora gettate via quell'acqua con facilità,finche ne riman- ' * ga la fuftanza pura. Quello poi ponete al Soie*finche ila (ecco, Se pollo riponete* Puofietiandiofarcinqueftaguifa, raccogliete la fua fuftapza » la fua (piuma, ouec graflezza, che nota fopra l'acqua, è andate raggirando quella fuftanza tanto che vadi tut– ta in fpiuma, & lcuate il panno della tutta alcun volta, la quai è in quello, Se quindi la po– te al Solefinche fia fecca. Cenere di lana abbrufeiata co/i lauafi. Ponete in alcun va(b cenere di lana, & fop râ-^* ^n'infondete acqua > Se la mefcolate, poi la lafciate andar à fondo, Se gettate via l'acqua, quindi di nuouo fopra vimettete altra acqua, & andare facendo cofi, finche la c ene r e^ punto non punga la Crjgna, mafia di ftittio fapore, poi la feccate, & feruate > Se quella pongati nelle mediane delli occhi, CÌimia, ouer feoria generalmente coi! lauafi. Peftafi con acqua, la quale andate get* tando via 5 Se quefto andate facendofinchefopra l'acqua non vi nota fporchezzo,poi la co- . gKete, &riponete.Similmente filaua la feoria di rame . Cornino, &cordumento in quella guifa deuefi lauare. Pigliate cordumeno, ouer co– rnino nuouo bianco,& lo nettate dai legni, Seda altro fporchezzo,pofcia lo ponete in al– cun vafo di pietra, & fopra vifpargete tanto aceto, che quello il beui, Se niente di quello fuori ve ne rimanga. Poi Mendete fopra vna ftuora all'ombra > oue il lafciatefinchefia fecco. ^ r t I 1 ^ i ~ r m F ' ! ^ Corno di ceruo, di capra abbruciato, & corteccie d'odi, Sconchilij fi lauano, come fi fa la feoria , ouer la chimia. - . Dragaganto fi laua, Se purifica, & fi cola, &mafïîmamente di quello chefi pone nelli •alcohohoi gaganto _ chiara, ouer accana rofa, chefia coperto, Se cofi li lafciate vna notte, & la mattina guar– date, & fé habifognod'acqua, reaggiungete. Ma fé non, la mefcolate con le man finche tutto fia liaue fatto. Pofcia iì gettate in vn criuello mondo , Se l'andate mefcolando fin - che ne vani fuori tutto iì netto da legni. Sono alcuni che lo feccano, & ripongano. Sono alcuni altri che lo vfano cofi htnnido. Es abbruciato, ouer rame cofi lauafi. Pettate quello con acqua dolce, nel medefimo ni odo chefi laualacerufa, mutandoli 1 acqua tre volta al giorno , finche ponto di (por* chezzo non vi rimanga. Fior di rame lauafifi come la battitura. Gomma arabicafi lauafi come il dragaganto. - Lapis armeno non è notofi come dice Rabi Mofe, Se Auenzoâï. Lapis lazuli, Se lapisarmenus cofi lauanfi . P eftinfi con facilità in vii vafo di pietra poi fopra vi ponete acque, & andate pure etiandio peftando. Et quello facciafi tre volte, ma fempre rinouando l'acqua , & dopo quefto dieci volte con acqua rofa. Ma Mefue dice , chefideue lauare con l'acqua di buglofa 5 dopo che làràlauata con acqua dolce: percioche èpjùmirabile alle malarie melancholic he. Litargirio lauafi, &faffi bianco cofi • Pigliafi litargirio di color di oro, graue, & netto dal piombo, & il rompete in pezzetti grandi come è vna fatia,poi pongafiin alcun vafo rozzo, Se fopra vi fi ponga acqua, & oltre di ciò fopra vifia ponga vna certa mifura di ottimo formento .Poi pigh'fi vnpugnetto di orzo, Se iì ponete jnvno pannodi linonuo- lK)j foitiie^Se l'attaccate affatico del vafe, poi il fate bollire tanto , che l'orzocrepî, quin– di il leuate dalfuoco, & il pcnere in a Ictm vafo picciolo , Se gettate via il tormento, po– fcia fopra vi gittate acqua, &ciì lanate fregando fortemente con le mani poi il lafciatç_j feccare, quindi il pettate, & fopra vi infunde-tcacqua,& mefcolate, poi il lalciate anda– re à fondo, poi gettate via Tacqua, Sed ; nuouo il leccate come prima. Et cofi bandât ice- • . • .. \ V • £ cUHV Ai *rt UU) UC p U l I l i a c i , VX Li l UU t , UC UW " U l WU l t U iW Ui 4UC I IU <* UG i l p UUC UGHI ) i, Se ne i loch. Adunque il modo di lauarlo, Se purificare è quefto. Pettate dra- groffamente, Se il ponete in alcun vaiò y itriato, & fopra vi gittate tant'acqua
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