CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia

^ Nelli Semplici- in titre o l i j ,& acremente altrefi chiamano . Delle quali paitfcamenre ragionaremo a' jfuoi luoghi • Le confettioni fetide con che artefifacciano. N. Il mele chefi pone nelle compofitioni folide, ònelli eletcnan'j cuòcendolo habbia due conditioni, l'vna che non fia troppo poco cotto accioche non rimanga acquofò: la fecon– da che non fia troppo,acciochenon venga duro. Aggiungali che fia benfpumato.il f égno chefia ben cotto è quando chefi attacca detti, & porto fopra vna pietra diuenga lòeuo. Oltre a ciòfia auertito, checofi li elettuarij, come le confettioni , che fi fanno nel tempo delhnuerno piùfi conferuano,che quelle chefi fanno nell'eftate come ben fcriuono lì pri– mi cheinfegnano l'arte. me per ciafeuna lira di melle, ò di zuccharo tre oncie di aromati, ò di poh* _ quantità di aromati femper fi ricchiega nelle compofitioni, che nclli elettuarij. Ma ne té- pi noftri pongonoi più, due oncie di aromati nellielettuarij, & meno nelle confettioni: 8c la cagion di ciò,è, come feruona,, accioche fiano al gufto più diletteuoli, & accioche col fuo horribilefapore;& odore non muoua vomito airïnfermo. Vero è,che fono alcunç_j confettioni, nellequalifi pongono tre oncie di aromati per ciafeuna lira dizucharo, co– me nel diafàtirion,&nell'electuar^ pre fidçbbon porre p;ufpécié7che neìì'eftate. : Il terzo precetto è, che hauendo à comporre con arte gli elettuarij, ò le confettioni fo– lide, ò fiano folutiue,ò non, le polueri debbono efler perfette, & ben trite,in guifa però , che non fi difeofti da quello, che habbiamo moftratonel capitolo oue s'inlcgna di pettate, òpoluerizare. Per laquai cofa pefte, che faranno, fi debbono mefcolare con mele fpuma- to, òcon zuccharo cotto, & fé vi foffero bifognofe gomme, le quali non fi poteflero pul- uerizare,fi debbono con vn peftello caldo dimenare, & incorporate, ò diflbluere come fi conuienein alcun mortaio. Et poi incorporare infieme con l'altre cofe.Et fé quiui intraf - fero fucchi fi hanno a poluerizare ò difibluere prima, & poi comporle con altre fpecie, & fé i frutti fofleroneceflaiij in detta confettione fi debbino peftare, & incorporare poi. Ma fé bifognafle fare decozioni, ò /nfufioni ,fi debbono tornare a cuocere con zuccharo, ò con mele vn'altra volta,accioche le virtù delle medie/ne pattino nel mele, ò nel zucca- ro, & fi conferuano con loro. Ma fé nelle compofitioni entrafieroradici, bifogna fi cuo- cano, & incorporano con la decozione come habbiamo detto. Similmente deuefi fare^^ delle herbe, & delle medicine oppiate, Se de lochi. . -, • < . - • ; De Conditi-,®-Conferve. Î Conditi conferiie fono quelle, che con zuccharo, omelie fi compongono^accioche la fuperflua humidità fi confumi: percioche in cofi fatta guifa meglio fi conferiiano.Gé- tile vuole che i conditi, che fi fanno difiori, fi come di rofe, di viole, di borragine, buglo- fa, & fimiglianti, fi debbano fare a! Iòle, & non al fuoco , onde in ciò guardi bene il buon fpecinle, & fegua il voler de noftri Dottori. Oltre a ciò per ciafeuna oncia di fiori verdi, fé ne debbono porre ti e di zuccaro, òdi mele, & cotalifiorifi dobbono peftare, & incorpo– rare col zuccaro, & poi metterle al fole in alcun vafo di vetro per trenta giorni. In quefta tnedefima guifafi hanno afare leconferue delle herbe, ma quelle de radici , òdi frutti fi hanno a fare cofi. Prima lauanfi le radici,& poi bollanfi,& appreflbeon mele, ò zuccaro chiarificato cuocâfi, finche tutta l'acqua fiaconfimiata. Alla fine vifi pongono le polueri fé vi fono neceflàrie. Però tutti i condi rò conferue chefi fanno fono, ò di fiori, ò di frut– ti? ò *di radici ,ò difeorze. - H 3 Le 1 - y /

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