CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
— — ««»« ' f u .,, m i «>•>• i rv .,. „s^m?ener t e i^ cidati, «fatti chiari da tanti-, che nulla più nella cogmtione loro rimane d'ofcurro . Di quelli diremo (blamente* che gii iftefïî Antidoti ci sforzeranno à dirne. EraueriWche molti altri auanti dì noi riabbiano con ingeniofa fattici ifpofto gran parte di qtteffi tali me– dicamenti medicinali con le virtù, & facoltà loro appreflo , nondimeno babbiamo an– cor noi da ragionare di cotal materia, & non fenza qualche vtilità, per la cura & auuertenza, che haueremo in efporli. Nel che però non vogliamo eflere imputât? d- arrogantia, « di licentianon concefsa: perche ciò che ne diremo non farà per taiiare,ò riprendere alcuno, ma foloper dichiarar molte cofe , che onero fono'".fiate latriate Tenia interpretatione,ouero fono fiate inrerpretate ofeuraraen te. Et anchor che quefte no- ( ; * • * w w * . M . . . . y . » ; w w w * ^ v T i l » y*.™ v . * «^ v u m w y WIJIW » » y M V, I V JL A U H I. <\ <\\\* l l l l c l l C L Ç C £ £ 1 ^ 1 1 1 0 0 I 1 I Ì - era, «diuina) fia pure lcritta accuratamente quanto fi voglia, che non hàbbia bifoenô di correttionedi miglioramento, & di limitatione. Et poi quello è vn fi fatto orâïne & è flato Tempre di cotai natura , che ogni vno volontieri s'è Tempre pofto , & fi pone uittauia à Tentennare, à riprendere, «deprauare il Tapere altrui. Et non Tolametiteii pongono à giudicare quelli che Tcriuono , &che fanno ; ma quelli etiandio , c h eW quel, che veggono non intendono, & per auuentura non io Tanno anco leggere , che* con argomenti in voce à loro modo appuntando, s'ingegnano, &fi sforzano rnoflrare, Se dare à credere,ch'eglino ancora hanno feientia. Et che queflo fia fiato, & fia ancora iodimoflranomoltiauttoridigniffimiantichi, «modernid'ogninatione , nelle Tcien- j r t u r t * ê ^ u uiuu ^iit J.-UUCUUC ti5CL icuzct ìHgiunc aouiaino contentarci , &: eiDorcì di propria volontà à quella,ttia però con vna condizione tale, che il farro non giudichi ( co– me fi (boi dire ) oltre à la calza: altrimenti non gli proteftiamo non efsergli tenuti > ne di - \ / *. Se rnoflrare, che non e/Tendo il modo noflro ùmile al loro nel comporre gli iftefsi Ami dot i, non poisonocredere, che fia buono j e forfè ancora lo accuferanno per licentio- fo. Noi à coftoro non vogliamo fare altra rifpofta, fé non che inoltrano fi loro, & poi che giudichino quaifia migliore, Se efso fi debba ofseruare. Ma lafctamohormai qu efte Se altre digrefsioni impertinenti, che cofi le iflimiamo. A noi conchiudendo d e bb ç* baftare,che la fatica di quella noflra ofseruatione piaccia à vof,& à gli altri noflri amici di vederla defiderofi,« à chiunque è profeisore,& amatore de l'arte noftra,& che noi anco conoTciamo hauer fatto opera vtil e , necefsaria, & honefla, fenza affettarne quel pre– mio, che certi fi credono , ch'afpettiamo , «quella gloria, che ci faccia immortali.. Accettatela adunque volentieri quale ella fi fia,« dime tenete quella memoria A che mei tita raftettione,che io vi porto. State fani. - • ' . . • • • y v, . - v "V If» T T* 1 ,^-^H ~t J» y (
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