CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
i g $ OiTeruationi quegli era Jefo dal molto tempo, conofceflìmo lo errore della libra intiera pofìauidipfà. Et era quefto errore nella litccra b,dellaquale il corpo fuo era roflò 3 & lafciata in forma di vnol>mezogaufto. Il qual poi, come penfiamo, da traslatori, òdaimpreffbridi fìampa-^* credendo, che vno i,fuffe,çhemoftra il numero di vno integro, lo hanno aggiunto al pri- mol,&: Tignatolo per libre: fi come ne più moderni lo habbiamo veduto^ che con littera $• à canto 3 pofta da gliantichi, & da li moderni, chehanno feguito il loro coftnme in fegno di mezo,moftraua libra vna & meza,in qnefta forma l,i,s,& in altra guifa di carattero più chiaro della libra in quefto modo libra hS.Non affermiamo noi però, che'l Tefto detto, fia fiato quello, onde fi fia cagionato tanto errore, feguito poi da tutti. Bafta,che fé non da quello;può efler da vn'altro proceduto. Qnefto e habbiamo noi detto, fu ben certo ra– gione di farci conofeere Jo errore, ilqual noi fidando in tutto al noftro giudicio , non lo volefflmo prima affermare che non rhaueflîmo ben confultatocon più Fifici, & Medici pefitiffimi, che tutti conofeendo 5 che ciò fuffe , difleroche fi douefle correggere, per– che noi nel! auenire fempre preparatolo con libra meza di mentha ben feccaV habbiamo trouato in effo firopo vna fraganza gratiffima. Et ndPifperientia dell*operationi fue vna eccellenza, & virtù grandiflìma. Onde per quefte ragioni, & per configlio de* detti peritiffimi configliamo, cofilo prepari ogn'vno. Et non è punto da dubitare , chç_^ Ja mentha non debba efler fecca di vera ficcità, fi come ben l'ha defcrittaMefue, che ie tale ella non fuffe commetterla lefione, & conturbartene di mente per la ventofa fua humidità-, laonde nell'altredeferittionidoue effa non fia fpecificata,ò fecca, òfrefea, ò pàflàjS' intenderà fempre fecca,come più perfetta, & cofi ancora per mentha humida»^} percioche altro nonimporta quefto dire humida, che effa fia nata in luoghi domeftici, Se IiUmfdi, & graffi. SirôçodiaJJenTLo di Mefue. \ Il firopo diaflenzo conforta 3 & fortifica lo ftomacho,& il fegato,& ferma il d o l o r ç^ âeU 9 vnp,& dell'altro^ecçital'appètito^aiuta la virtù recentiua, de gioua alla mollificatione ditutte le vifcere.Preparafiinquefto modo. Si prende meza libra d'affenzo Romano,due ónde di foglie di iofeutre dramme di fpigo nardo; di vino bianco vecchio, & odorifero ? & fticco di cotogno per ciafeuno libre due^e meza .Sì pone ogni cofa in vafo di terra vitriato per yn dì,& vna notte., poi fé ne fa decozione fi che fi feema la metà, &c firopo con libre due di mele. Offeruationenet/tropo di#j[en*(odiA4efue. ' /Quéfto firopo d'affenzo è molto vfitato>Ja cuicompofitione,come poco fa dicemmo, è fjtriile à qneJiâ del firopo dì mentha. Vogliono alcuni Medici , anzi la più parte,c'hoggi fi prepari con zuccaro,per efler più del mele benigno, & amidi euole allo ftomacho, come bene fa conofeere Galeno per la natura dell'vno & deilaltro^quando cofi dice del zucca- rofimile al mete quanto all'aftergercal digerire,& aldiffeccare; ma no è tantodolce,on- de viene ad efferepiù amico allo ftomacho, & manco caldo,nè genera tanta fete. Et que* fko è in quanto medicamentojma in quanto alimento è caldo,& humido temperataméte. Et è ancora di compleffione tale,che pofto ne'compoçimenti medicinali,&ne firopipiù prende la qualità de fucchì loro,ò fiano frigidi,ò caldi: perche auenga che non 1 o dica Me– fite, fatto quefto firopo con zuccharo (era più vtil e , & amabile vniuerfalmente ad ogni flomachojfe però no fèranno di quelli in frigidezza tanto iftemperati che fiamma di fuo– co vi conuerria à rifcaldarli, Per 1 affenzo Romano, fecondo l'intentione dell'auttore in- tenderaffì non folamentequel nato in Roma,òfu1 territorio fuo ; maquel tutto ancora* ; che è nato nell'Italia^ome più benigno aflenzo,che nafea in altra regione. Stropodt fumiterra maggiore di Mefue. Ilfiropo di fumiterra maggiore conforta lo ftomaco, il fegato , & tutte le vifeere, apre roppilatiomVcura gli mali,che nafeono nella feena > catifati propriamente da materia d|- h umori falfi, ouero adufti;come fono rogna, volatiche, forpigini, lepra,cancro, & fimi- li. Conferifce alle febri coleriche > oc à quella che procedono da oppilatione, & e molto degno , & valorofo nel mal Francefe. Fa/fi in fimil manieraci toglionodi mirabolani ci– trini, & chebtili ana dramme vinti,di fiori di boragine, di bugloffa,di viole,affenzo, & cu- feuta ana oncia vna,,di liquiritia>& rofe aria oncia meza,d'hepitimo^& polipodio ana dra– me (et- / ••
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