CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
A f 144 uevÊmil+Bim •%#-** gïufta grandezza, laquale $ % accrefce,&; fminuifce, fi come comportano! corpi ròbuftiV& deboli > & l età, regioni calde, & fredde» Quefto è di Galeno, che beniffimo ria offeruato Medie, fuori che l'additione delle fpecie, & di coloro > che dice nella fine effere * che lo compongano di ziiccharo/r^rp^neti> che non difle Galeno * forfè per non effere al fno tempo noto il zuccharo,éccetto die il condenfato, fu le proprie canne per naturale in fti- datione, & vigore del Soleycbe fe N > come habbiamo detto, fufle da lui ftato conofciiuo il zuccharo> none da dubitare,che non (blamente in quefta confezione di diacodione : ma in molte altre ancora > non l'hauefle egli adoperato, & cofi fatto haurebbono molti altri greci, che giamai lo viddero. Il modocolqualehoggidìè più offeruato communernen- te > è con mele folo * con zuccharo ancora da alcuni altri ; benché da pochi > & quefto con ottime ragioni fi lauda pia per cagione del mele > ilquale per effere di natura molto calefattiuo, éc (ottigfiatiuo , acuisce le materie, & le fa correre ,eh*è pure contro aflài voi te all'inten tion delconfetto. Noiàdìnoftrihauendolo preparato à tutte l egu i f ç^* non la habbiamo prouato megliore > ne più efficace, che compofto di buona decottione fatta dì capi di papauero raccolti di vino, ò di due giorni alianti, feruato però ilnumero alla quantità debita dell'acqua lib. 3. di zuccharo, onero peneti libra meza: dì Capa boniffi- roa non feciofa fatta d ottimo mol to, & cotta à giufta fpeflezza libravna - Et fé fuori di ftagioneci fia oc corfo farlo ^ che non fieno flati frefchiipapaueri, Thabbiamo pur fatta con la medefima compofitione, & ha hauuta la iftefla facoltà effendo riftretto, & ri- feruato nella cotica de i paueriil dicco loro migliore : benché fatto de ifpcfchi è affai più valorofò. Horaci ricordiamo, che nelle viti te noi ne habbiamo con auttorità d e i Medici fatto diffufare quello compofto con mele ,perche affagiandolo > non guftauamo /apore di papauero : ma folo il maligno , & ail'hora più quando era fatto di papaueri fec~ eh/, 3c mele impuro» Si compone ancora quefto diacodione informafolidarma quefto di– remmo ne i confetti aromatici al ( iioluogho.il f eftario quantunque in tutte le cofe 5 & in* tutti iluoghinon corrifponda di pefo vguale : nondimeno qui all'Italiana > effendo pure l'acqua liquore fimile al vino fé intende di onze 20. filmano alcuni, che i ramich fieno fla– ti aggiunti nella deferittione di Mefite dà qu alche curiofo per efierne alcuni tedi lenza.De– ne elîere la cottura, ôc confidenza di qtieftoconfetto fimile à quelladi loch, douendò ef– fet toko ïambe ndo come quegli. Chiamali ferrea fpecie leraplice, Oc con fpecie compoftOr Dmmoron di Jidefue *. Il diamoron ê conueniente in gargarifini alla incorranone deli palato^ alla poffema delle fauciVdellagolacora ardore* Oc pericolo di fchirantia* ôc à tutte le fpecie di ftrangolatione,, Si piglia à comporlo di Cucco di more domeftiche 5 & di fucco di roui ana li b.i Se meza>d£ iìiele>&fapaperaa/cunolib.r. fi euocono inficine fino che il melediuenghi fpeffo, & l ï ferba. Sono di qiieghVche v'aggiungono, fi come richiede laneeelïîià ,> di rolè ? balaufeiV alume, mirrba» zaffrano, Se fucco di agrefta per ciafeuno parte vguale.. , OJferuatwne nel diamorone di Mefite .- Quefto diamorone e che piiis'offerua generalmente, & è l'ifïeflo che pone Kiefue neli- ìadiltintionedeloch. Sì tiene da tutti preparato lenza l'additione delle Ipecie. Le quali! f ur quado vi bifbgnanOîVis'aiggiûgono^ô in tintelo in parte 5 fi come vogliono i Medici:bé- che per quelle e/Ç fupplifcanò co deeottioni virtnificate da dette fpecie,Ôè cofe altre fimi* li ^ Ci fono pili altre deforittioni dì diamorone, -tfelle quali queftà (ì come è detto r , è che più s'offerua, Coftumafi quella ancora 5 di Nìc& lo fatta con meza libra di fucco di more do- meftichevdï fucco di more di rouibati lib.i.di.mele lìbaiieza, Se di fapaonze tre 5 cottiin^ fieme à giufta/peffezza^dàDiofcor. nel capitolo delmoro 5 & da Galenonel fefto delmi- ramirfi.può beniflìmo conofeere, che dà loro 5 & dà Adromaco ha tratto Melile que- fio filo dìamorone, 8c più piaceuolë >fi come ha egli fatto di tutti gli antidoti \ che ha de- fcritco di altri aiittori ^benché certi Galenifti da vncertotfempo^ ih qu& nonvi laudano lai fepà^per non lo hauere ne i diamoroni loro Grechi alcuni. Noi nondimeno fémpre la vi- poniamo , & cofi vi è ancor pofta dà altri di/penlatori .^ Ci% venire a memoria hora^ che ilïcriuiamov che Hauendòlonoi à preparare in Roma^ Se eflendòfi^ fatta Mòr i, liquali con riioka diffièoltà-hauenamo hauuti \ quali chfcfecchi per altre oceupationi ':<* che d auenneroine ftàuamoinb V
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