CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
à i'ï" • — Ne oli Elettuarij. 5 î * henche non tutti credano, che fia quefto libro legitîmodî effo Galeno : ma ve l'habbia Leiunto qualche curiofo) nelquale pofeia, che fedelmente v'ha egli recitato, &il valo– re, & la confettane di tutta larheriaca, ne' verfi medefimi elegiaci m cui la fcriffe, & la donòil buono Andromaco à Caio Nerone Imperatore del qual fu Medicala (tende an- chora in affoluta oratione, dallaqualegabbiamo noi tra«a,& qui ft e f a nell ordine, & pa- ii .^A^C,,^ A; r dlpnn Et Quello à cagione fola habbiamo fatto che effendo eflà ve- ™ìr™*Meoh^( comcTdeSo ) di Andromaco,fìa ancora quel la, che s'oflerua, nffima, & la legittfKia .come^e a f . . Wi ft fi & d . c h e Ì e ^ i f c ? k t a ^^SSSSàJS^étnslù-W^-. Et ai Aufcenna fiatale, S e ^ ^ S ^ S S w ì » paia quafi che ter fi faccia offefa : nondimeno è pur e hfaîo? che tenendoli variata effi nel defcriuerla, non hanno offeriate integrità di Andromaco Benché non (blamente Attio Paulo, & Auicenna fatto tale variano. ,™olrrì anchora non meno di loro chiari, & eccellenti fono corfi m tal dittètto . S Ê S ^ f ë ' S S S f i S S f f i Se Damo c le Medkiilluftri, è prudenti, & che ne iVMeHicinatennerosradoreputatiffimo, furono (come ci racconta Galeno, nel I*. b l S S S e t l f e o fine) dalladefcrittioned'Andromaco differenti Xenocratenonvi vole altro , che la metà del ferapino, nel retto fa concorde. Damo- «are dncordò nel pefb di molti femplici, & propriamente nelle due vltime copulatio- n i . Nella prima doue danno figillatamentc , dramme quattro di ciafcuno non vuole S i i , die fiano più di due. Nella feconda pure, doue fono legati .nfieme dramme due di ciafcuno vuole chefiano ,& cofi fententia, d'vna dramma fola. Demetrio lago foy lamente i paftelli di fquilla, in dramme 46. Il Magno dupplico.1 cinamomo , &pa ti iv»r rnerò il chalciri & il ferapino , & augumento a mi fura del vino, in due feflanj, le S Î S ^ S ï S S f f i S S i f i ^ da Galeno fecero, che eglipo/pofiele tutte , fi ri Coinè Û come elfo afferma nel luogo di Copia allegato ) d'offeruare & vfare quel- ri follmente di Andromaco: per effere fra tutte le altre preftantiflima laquai nfolutio- n e, causò che fuffepofciaafcritto l'antidoto à lui, nominandolo coloro, che s'atten– nero all'ifteffa fua difpenfatione, Theriaca di Galeno Et non folamente offerirono idifoenfatoridelfuo tempo tal nominatione: ma molti alto auttorianchora,&i più degni' (fi?omepure hoggWifcorgeneifuoifcritti, nel fronte della Theriaca, che defcriuono) la continuarono. Et attenga che quefta fi fetta attributione d'effa Theria– ca d i a à Galeno faccia parere, chefi difiauda della r iputarne Andromaco: non fa oerciò, che'taleifcritrionerifultaindannodella medicina, che cofi hauefTero pure que– gli ofleruatopuntalmentel'integritàdi Andromaco, come non v. accadeua che vag- §unffe to, ne vi leuaflero femplice alcuno , effendo effo Andromaco fiato nel compor– l i ( come conofeono, & affermano più fan.) ) vie p.u che diligente. Aet.o, che di fopra habbiamo nominato, vsò nel defcriuerla vt.liflima politezza. Tutti ifemphci di- SS?j2SSSSMSatì^ vigore, Qualità, che deòno effere , & di quelle Regioni an- - " O — quell s no di più mancandoui in tutto il cardamomo, & lametadel ferapino. Paolo Egu ncta, & Auicenna Scordarono effi anchora in quefto diminuire ,& crefeere d ( ^ S i i c i Ma chi più variò certo niuno, che Nicolò Mirefio, che tanto fconciamen- t c X f é quettc.antidoto, che rutti i femplici tramutò nel pefo,ft viaggiunfelace- « e S S I granchi abbrueaiati > & vna troppo quantità d'erui benché quefta fomraa d'erui JS^SSS^SSm giòuane, ft il figliuolo ( che più forfenon habbiampdetto ) del vecchio Andromaco la pon effe nella Thenaca, cheei traffe in oratione fcioltada^ quella primamente fcritto in elegia dal proprio padre. Laquai defcrittione per effere co- fi in orofa, era più facile ad effere intefà. Onde fu non folamente feguita, & imitata da Mirefia ma da ciafcuno altro, che nehabbia fcritto come affai bene fi può vedere . Non fti il eiouane Andromaco in altro differente dalla deferimone del vecchio, che livnadrammadipiùnellitrochifcidifquilla, &in hauer poftoilpepe negroinhiogo dèi1 lun°o & il lungo in luogo del negro: mancandoui in tutto il bianco, cV a feetna- tSncdeila meta defferapino. Ma lafciando horamai quefte differenze -, che t ro^o ha. Caleft. Part. It. • ; » 5 ucuifin.o y }
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