CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
56 Offeruatiom ant/cfotcf venuto alla fpecìe del vino Io cfprìrae chiaramente Falerno»& dolce, & $h\ eflcndo in altra regionedouefia ad hauerlo imponibile, e fi tolga altro vino à luì fittele diquefte qualitadi, che'! colorefia fuluo >fi come Toro bìondetta fqueftoe quando non è in tutto ne negro 3 neroffo, ma che imiti iì torlo dell'ouo, più del flauo rubiconda, lo chiamamonoi dal colore di quel Cece fottoroffo, vinoCefoIo . In altri luoghi fi chia– ma vinogiluo) fia di foftanza fottile , di odore ottimo , & gagliardo , &c habbìa dello Splendido 3 ficomel'arufiodiChiò, fi lesbo di Mitilena > il Creflòlo di Metìna , ôc l- Afiotico del Monte Tmolo. I quali eflendo tutti oltraawini, St roppo à noi lontani, non accade 3 che ne ragionamo altro. Baftaàfapere, che quello ha di loro detto Gale– no? accioche in difetto. £t in luogo del Falerno fi pofla la confezione foueaire con^ altro vino , che egli fia fimile. Et perche Tappino i difpenfatori quale fia il vino Faìerno, acciò che megliocono/canoqualidcllifuoi vi Ceno più proffimi, & Umili ( ch'ogni re– gione ha la fila forte migliore fecondo 3 cherecalaftagioneò il fato ) qui lo efporremo nel modo, che ci è flato detto da ipaefani di là: i quali propriamente cofi ce lo defcrf - fero, che Falerno è terreno di Campania 5 i cui colli fono molti vitiferi 5 Se producono ottimi* & grati vini , e tutti d'vn generale vocaboli fono detti Campani; Benché gli huomini del paefè glidiftinguanoin queftialtri tre nomi: cioè che i prodotti da fammi colli chiamano Guarani, quelle di mezoFauftiani : quelli di baffo Falerno. Et di que- ilo fono due (òrti 3 Falerno auftero, & Falerno dolce, & quefto anuiene quando l a ^ vendemmia ha in fauoreoftro, pel quale l'vue fi fanno più negre 5 & dolci. Et incolo– re d'amendue vermiglio , fplendido , & trauafandolo rende fcintille > OC odore foaue* $c grande. E la fuafoftanza fottile , iì fapore per eflere d'vna recente dplcezza , & ama– bile ê gratifïîmo. In quella maniera, che veggiamo hauerlo fcrittoQaleho y et Plinio* Chiamali hoggidì quefto vino in Roma magnauerra ( fé non c'inganna però Carlo Ste- phano ne i fuoi vini) ilquale per effer di tutti i vini Wtalia il più laudato , & per la con– fettura di quefto antidoto il più commendato non poca ci fa marauigliarë, ricordane dofi della theriaca comporta in Roma al noftro tempo , che v'erauamo , dalli Reuereii- di d'Araceli; & da M. Pei eglino Fu lginato, di queiMedici > che più tofto il vino gre** covi ponefsero, che'l Falerno dalquale-non pocacopianepoteuano hauer per efserne » &all 'hora, &quafi Tempre Romacopiofiffima: E Te pure, per eflere il Falerno ver– miglio, voleuanoaltro vino fuluo , &generofo, haueuano diquefto colore il malnati- co dplce , & odoratitëimo, ilquale è verifsirao, & più vigorofo vino di Grecia. Voi* ièroi Medici detti, che nel Mitridatofi ponefte pure il yin Greco ? ma in quefto. veramente s'oppo/ero hcnifsima. Percioche effóndo efso Mitiidato comporte cot* più quantità di mele, non vi richiede , come nella Theriaca ingrofsatione di vino*. Et poi ê certo da credere, cheMitridato Rè nóii vfafse altri vini ne i Tuoi amido- ti 5 diede gli oltramarimS 8c mafsimamente de gli Afìani, per eftere egli à quella regione propinquo, ftandoil Ponto , elaBithinia* de quali era efso Signore , rra_-^ 1 Europa, &lAfia. Aqueftivinigli è in tutto fimile y come hpbbiamo noi veduto % quello y c'horadicemmo, detto vino grecoj coli detto da gli habitatori del regno, doue fi ricoglie y per efserftate le viti y che lo producono portate da Grecia , $c infc&g^ji in quella buona parte d'Italia, con felicissimo iuccefso > tenendo egli hoggimai la lo– de di bontà di tutti gli altri vini. Ma à che tanto ragionare de i vini- Il makiatico* itolce , odorato, edi fottile foftanza tiene in quefla compoficione il prindpato y de io feguono poi quegKaltri, che l'auicinano più di qualità. Il noftro Parmigiana tratta da quelle vu^ dette vernazze fé gli appresa à buon fegno> & cofi fo quello y che fi JiacfeGenoua detto , per la Tua bontà amabile. Et il Greco anchora ( quantunque^. nonfia dolce) crederemo, cheperlagenerofità im.* & efTere odorato , de di iònile- foftan?:a> fiaottimobenche lacommodità, che Gabbiamo del maluatico, ce gli fa^^> operando lui Tolo, laTciar tutti • In Bologna (fi come ci ricordiamo hora^ eTsendanoi per vedere à quegli Tpeciali comporre la" Theriaca , ottenifsimo, che nel comporla : ïamaluafîacenefse in efeo , & altri antidoti, di bontà il primo luogo, & Jfofse vie più d'ogni altro vino eccellentifsima. Ne altro vi oppugnarono contro r fé noru* j çhenoacredeuanor che tutta fu&eleggidma^iincera,: facendofi. efsa in pkciol re- ; &®ne y
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