CALESTANI - Osservazioni - 1655 copia
- % T Ï* "in f • * "ft- ik, Neglifclettiiarij. 5 7 eîone,è ne erano- pure feruke da Venetian* tutte le parti delMondo con abbondanza: mv* dfceiiano , ch'era mi Ha con altre fpeciedi vini di quei paefi • Ma toltogli difgannaffimo* ài qucfto comprendendo pare, che tutte lejfortidi vini*con quali eramifchiata, doueana .effere ottime & generofe . Ma tornando alla compofitione (Riabbiamo detto aflài dei vino? & dell'ai tre part îcolarità » chea faperle era coli neceflario) confettata die l'hauef . fimo , &poflotìipureilchalcitiinfiemecon l'altre polueri ; fenza curarGpunto di dar- uelo da fé feparatamente (temperate con vino come hanno già cortumata, Se co– llimano moki anchora di daruelo cofi fmonto col vino > à cagione folo di dare negra ren- W a all'antidoto, h voleffimocofi fatta, &c finita, ripotia in vate di terra ben cotto, & ve- focTfl^laconfettione , & potefle bollire , & refiatare. Et cofi riportala in vn de vafi no– minati, vi voleffimoperfeimefi oflèrnare.l'agitationedettada tanti degni Atutori :no;r effendo ottima giudicata da ciafeuno, l'ordine della quale , &; come â'habbi à farce da lor dettoinqueftomodo. _ ï ; ^ v Che efla theriaca fi maneggia, & fi commuoaa ogni giorno del primo mele dopo la__^ fua conftruttione nel vafe proprio, doue fera fiata ripofta feruarla,per (pacioni meza ho- ra gagliardamente. Ilche fi faccia vn'hora nel fecondo mefe: maincapofolamentedf quattro giorni. Nel terzo mefe pur fé maneggia, come è detto , ma m capo d'ogni fet– te giorni. Nel quarto mefe nel capo d'ogni fette giorni fi dibatta pure nel modo detto. Nel quintopoi fimaneggia^ ma nella metà, & nella fine di efiò mefe . Etnei feftovna^ volta fola fi maneggia, & fia nella fua fine : non lanciando mai volta alcuna , che habbia commoffa, & agitata di coprirla con carta pecorina, & legarla erettamente. Et quefìo tutto clVhabbiamo detto la theriaca poteua eflere à baftanza per non tralasciare cofàìn.^ dietro di lei da noi veduta, dicemo, & da ^uel tempo fia meglio comporta, & per qua! pro uà più certa fi poffa conofeere che fia più perfetta, & di quanta età poffa eU'a vigere degna, & valorofa . Dell'vfo lafcieremo, che dicano i Medici, come cura àlorap^rticG- lare,lc facoltà le feguiremo qui fono al dioluogo. ; ; De modi diuerfi detti datanti del comporta, non ne diremo altro di qtiefto sliabbiama detto,hauendolo noi eletto pdmigliorer Queflo direma bene à coloro,che credono fer– mamente > ch'a coftruere la theriaca con aceto viperato in luogo del vino , come ha if Guainero, fia ottimo modo, che s'ingannano. Perche non folamente è quefto contra al- l'intentione del proprio Auttore d'eflà theriaca, Se di tanti altri eccellenti, masticherà, che Pacato è pure di diuerfa natura à quella del vino. Ne tanto è come luì confortatiuo> ne atto à raddolcite l'amarezza, &• terribilità delle medicine : due cagioni le più impor– tanti, per cui fcriue Gentile ,che fi pone eflb vino nella theriaca. Et ciò o t t imamen t e^ conofee ranno femp re coloratimi, che balleranno deilamateria medicinale giudîcio, Ma tornando onde poco faci dipartimmo. r Il tempo, ch'è giudicato migliore per confiruere la theriaca > è di Aprile* o il Maggi o nella Primauera, oueronell'eftaEe ne fuoi primi meli > percioche compofta di qual fi vo - glia dìquefie due ftagioni, fi viene à fermarûmeglio yilche non farebbe, s'ella foffe fatta nell'autunno -, ò di verno per l'impedimento, che vifaria del freddo. Pelqualeereman- dofi il melerei vino infieme sfarla chelefpecie vi farebbono dentro quafi che le-fepolte* è morte, & fariaii ragitatione più faticofa : tk l'apio anchora non lafciercbbe con queiìa facilità, che lafcia lanarcotica fua frigidità tanto nociua, laquale mitigatach è, & tepida dal vigore delle madida e calde, che vifono>& cordialiVdiuienplacabile, & h confettioii / • T "• r tutta ficura. Le prone piircerte, per lequali Ci conosce per-vera ifperienza, feefia Ila perfetta, è cd- pofta lealmente fono fcritte da Galeno nel libro à Fifone Nelqualedopò alcune lodì date alla theriaca, fegue,ehe i Pretori,à cui era dato poteftà d'amminiftrare la gìuflfr ; a fo- pra à malfattori condennam alla morte , la fperimentauano in quelli dandone loro ò pri– ma, ò do^O ch'erano dati morfiqati da gl'afpidi veienofifimii, fufficiente quantità, laqua - le > fé perfetta era > tutti da morte li campaua ; ma perche non era in poter di Galero» a e d altra • "%. (
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